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    Mettiamo fine all’odio nell’educazione dei palestinesi

    I libri scolastici hanno autorità unica nel comunicare i valori culturali e politici che la società vuole impartire alle nuove generazioni. Questo è specialmente vero in alcuni paesi del Medio Oriente dove l’educazione si interrompe dopo alcuni anni di elementari privando quindi i giovani di una formazione globale e diversificata che possa donare una prospettiva più ampia. Se da un lato i manuali possono rappresentare una barriera contro la violenza, dall’altro possono facilmente diventare un potente tramite per radicalizzare. Purtroppo è proprio a questo scopo che vengono utilizzati in molti paesi arabi. Si è svolta recentemente una conferenza sul tema della demonizzazione ebraica nei libri scolastici Palestinesi con l’eurodeputato Lukas Mandl e l’amministratore delegato di Impact-se Marcus Sheff. 

     

    Marcus Sheff spiega che dal 1998 l’organizzazione Impact-se esamina i curriculum e i libri scolastici avvalendosi degli standard di pace e tolleranza stabiliti dall’UNESCO. Grazie al loro contributo effettivi miglioramenti sono stati ottenuti ad esempio con la riforma del curriculum nel 2006 degli Emirati Arabi Uniti o quella del 2014 della Giordania che hanno prodotto libri conformi alle norme europee. “Ma non è tutto rose e fiori” ammonisce Marcus, infatti le nuove pubblicazioni turche sono state radicalizzate in modo significativo per volere del presidente Erdoğan con un forte indottrinamento sulla visione nazionalista che combina neo-ottomanesimo e panturchismo per non parlare dei libri iraniani, siriani e qatariani che incitano alla Jihad. Il peggioramento più grave è quello del curriculum scolastico palestinese che è stato di recente revisionato. Trattati con Israele o possibili risoluzioni del conflitto pacifiche che inizialmente apparivano nei libri, ora non sono nemmeno accennati ai bambini palestinesi a cui viene insegnato che le negoziazioni non sono la via per ottenere uno stato indipendente. Sono stati sostituiti da rappresentazioni di ebrei nemici dell’islam, bugiardi che controllano la finanza i media e la politica. “I bambini di nove anni imparano matematica, non facendo addizioni di mele e arance ma sommando il numero di martiri delle intifada” espone Marcus, che aggiunge “la seconda legge di Newton che relaziona la forza necessaria per dare ad una massa una specifica accelerazione è insegnata con esempi di esperimenti che incoraggiano dodicenni a mettersi in pericolo, a sacrificare il proprio sangue per eliminare l’usurpatore, idee che non hanno spazio nella nostra moderna società pacifica”.

     

    Lukas Mandl interviene affermando che tutto ciò non è passato inosservato: il governo europeo ha condannato l’odio e l’antisemitismo nei curriculum palestinesi nell’agosto 2019 e in particolare, degna di nota è l’azione decisa del governo Norvegese che ha tagliato i fondi inviati alle autorità palestinesi. “Condizionalità è la parola chiave” dice Lukas che continua a lottare anche in veste di presidente del gruppo “Amici transatlantici di Israele” (TFI) per ottenere cambiamenti concreti e tagli di fondi anche da parte del Parlamento europeo.

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