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    Mazone e Lev Tov progetti dalla banlieue di Parigi

    È giovedì pomeriggio, sono le 16, c’è un forte vento davanti al supermercato cacher di Sarcelle, nella banlieue di Parigi, tre giovani signore entrano e si fermano davanti alle casse in attesa di incontrare le tre coetanee che doneranno loro la spesa per poter preparare i pasti per il Sabato e per la settimana successiva per la loro famiglia. 

    Sharon L. è la coordinatrice del progetto della colletta alimentare per l’Associazione francese Mazone. “Fondata da Eric e Nadine Bendrien, Mazone, che in ebraico significa nutrimento, è nata nel 1996 nel dipartimento della Val d’Oise. Per i primi sette anni di attività l’obiettivo era semplice: trovare volontari che guidassero piccoli camion e ogni sera all’orario di chiusura andassero a ritirare il cibo cacher invenduto e offerto dai proprietari di negozi e supermercati per distribuirlo a famiglie e anziani bisognosi.”

    Oggi dopo venticinque anni di attività Mazone è la più grande associazione no profit francese che organizza stabilmente la colletta alimentare cacher con quattro basi logistiche a Stains, Créteil, Boulogne e Marsiglia, migliaia di persone assistite in Ile de France e Provenza e una nuova sede a Gerusalemme.

    È domenica mattina, Yossef, è un dentista che ogni settimana apre il suo studio gratuitamente per chiunque abbia necessità, le file in questi mesi si sono allungate e l’intera giornata spesso non è sufficiente per curare tutti i richiedenti. 

    Nel quartiere intorno a rue Petit, nel 19° arrondissement di Parigi che ospita molte famiglie ebraiche di origine magrebina il disagio è evidente, uomini di mezza età imbacuccati per proteggersi dal freddo chiedono l’elemosina per ore e ore. A qualche isolato di distanza Mazone ha allestito un magazzino con lunghi scaffali colmi di vestiti di seconda mano pronti per essere donati ai molti richiedenti. Miriam C. racconta: “abbiamo creato un settore dedicato agli abiti da sposa, sono vestiti molto belli, le giovani possono scegliere il loro preferito, escono da qui con un sorriso radioso. Un grande spazio è pensato per i bambini, a inizio anno, la campagna per garantire ad ognuno dei nostri piccoli assistiti di avere la cartella per il primo giorno di scuola, i libri e il materiale scolastico è una delle più apprezzate, i bambini possono scegliere anche giochi di ogni tipo donati dai loro coetanei.” 

    In Francia la popolazione ebraica in crisi è cresciuta a dismisura nell’ultimo quinquennio e Mazone ha proposto nuovi progetti: dall’unità di pronto intervento che assiste stabilmente 200 persone senza fissa dimora, al centro di ascolto per donne vittime di soprusi, all’aiuto alle famiglie monoparentali, ai giovani autistici o portatori di handicap. A Marsiglia le famiglie che si sono rivolte a Mazone quest’anno sono 120, a loro, oltre al costante sostegno, durante la festa di Chanukkà è stata dedicata una serata al Circo. A Boulogne bambini e ragazzi dai 10 ai 18 anni delle scuole ebraiche partecipano settimanalmente a rotazione alla preparazione di 5.000 confezioni di cibo che vengono immediatamente consegnate. 

    La formazione dei volontari è diventata prioritaria negli anni. “Mentre in passato – spiega Lior T. – la disponibilità di tempo era l’unico requisito necessario, oggi chiediamo ai nostri ‘benevoles’ di ogni età di frequentare seminari per essere sempre più professionali; il riscontro che riceviamo dai nostri assistiti è decisamente positivo, abbiamo fatto un salto di qualità di cui siamo fieri e orgogliosi”

    Mendi Attal è il Presidente e Fondatore di Lev Tov, in ebraico cuore buono, Associazione no profit nata 15 anni fa a Parigi. Da qualche mese è partito il nuovo progetto Park Tov realizzato grazie anche a Fond Juif Social Unifié. “Vogliamo permettere a chiunque abbia bisogno di aiuto di poter entrare in un grande spazio verde esclusivamente nostro, ebraico, protetto e sicuro e attrezzato dove trovare persone cui rivolgersi, prima informalmente e poi in modo stabile. Le nostre proposte sono molte: permettiamo a bambini che non hanno mai potuto andare al Luna Park di divertirsi, ai ragazzi e alle ragazze di festeggiare i loro bar e bat mitzvà, alle signore che hanno partorito di tornare a casa e trovare pasti caldi e assistenza. Chiedere aiuto è difficile ma sappiamo tendere le mani con discrezione e amore.”

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