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    I bambini del soldato Martin Adler: Di nuovo insieme dopo settant’anni

    Una foto in bianco e nero conservata per decenni all’interno di un cassetto. Impressi ci sono un soldato con tre bambini, due femmine ed un maschio. Dopo oltre settant’anni di attesa, grazie all’utilizzo dei Social Media, questi si sono potuti incontrare di nuovo. È la storia del soldato americano Martin Adler, che nell’autunno del 1944, impegnato lungo la Linea Gotica contro l’esercito tedesco, ebbe l’incontro rocambolesco con quei bambini. Nei pressi di una casa dell’Appennino tosco-emiliano, Adler ed il suo compagno del 339th Infantry Regiment, John Bronsky, furono attirati dai rumori provenienti da una grande cesta. Credendo si trattasse di un nascondiglio nemico, i due imbracciarono le armi per aprirvi contro il fuoco, quando le improvvise urla di una donna li fermarono. “Bambini, bambini!”.

     

    Fu così che l’estremo coraggio di Mamma Rosa, che si interpose tra i fucili e la cesta, salvò quei famosi tre giovani impressi nella foto: Bruno, Mafalda e Giuliana Naldi, oggi di 83, 81 e 79 anni. “Stavano ridendo, erano felici di non aver sparato – raccontano gli ormai tre anziani, che rammentano anche del cioccolato, chiuso all’interno di un involucro blu e bianco, regalatogli dai due soldati – Ne abbiamo mangiato così tanto!”. Una storia unica che sembrava destinata a smarrirsi nelle sabbie del tempo. Ma quando Adler, che ora vive a Boca Raton (Florida), ha deciso di pubblicare la vecchia foto nel web, con la speranza di ritrovare quegli allora bambini, tutto è cambiato.

     

    L’appello è stato casualmente raccolto dallo scrittore e giornalista italiano Matteo Incerti, che ha deciso di condividerlo su un quotidiano locale. È stata la mossa vincente. “Arriva un messaggio sul mio account. ‘Buongiorno signor Matteo, c’è un signore di 83 anni che ha bisogno di parlarle. È quello della fotografia’ – racconta il giornalista – Le emozioni scorrono forti, un nuovo piccolo miracolo della vita si sta compiendo. Una nuova incredibile storia è pronta per essere raccontata. Commosso, chiamo il numero di telefono del signor Bruno Naldi, classe 1938. Emozionato, mi dice di essersi riconosciuto nella foto e di ricordarsi di americani nella sua. Mi racconta delle sorelle Mafalda e Giuliana: anche loro sono vive! Mafalda si è riconosciuta subito in quella foto rimbalzata dal Tg1, in rete e suoi quotidiani dopo il mio post. Vivono tutti a Castel San Pietro dove si trasferirono nel 1953. Giuliana si ricorda di quel grande cesto dove per gioco si nascondevano”.

     

    Di corsa, Martin Adler e la figlia Rachelle vengono rintracciati per essere avvertiti del ritrovamento. “Great!” esclamano, “bene”! Nonostante le restrizioni per il Covid-19 abbiano impedito loro di incontrarsi subito, la tecnologia li ha aiutati connettendoli in videochiamata, lo scorso dicembre, da una parte all’altra dell’Oceano. Un momento emozionante. “Ciao Bambini!  – esordisce Adler – volete della cioccolata?” Il tempo sembra non essere mai trascorso. “Sono così felice e così orgoglioso di lui. Perché le cose avrebbero potuto essere così diverse in un secondo – ha detto Rachelle – Proprio perché ha esitato, ci sono state generazioni future”. La vita in bilico sul filo del rasoio, dipesa da un grilletto che poteva essere tirato per sbaglio. Martin sembra ancora scosso da quel pensiero e, nonostante i tanti anni, non dimentica il gesto della madre dei bambini, Rosa, di cui ricorda:” Si è messa proprio davanti alla mia pistola per impedirmi di sparare. Quella era una vera eroina, non io”. Una storia tramandata in generazione, che costringe i posteri ad una riflessione. “Sapere che Martin avrebbe potuto sparare e che nessuno della mia famiglia sarebbe esistito è qualcosa di molto grande – ha detto Roberta Fontana, nipote di Giuliana Naldi – È molto emozionante”.

     

    Lunedì scorso, dopo il primo incontro via web di qualche mese fa, quei quattro sorrisi impressi sulla vecchia foto in bianco e nero si sono finalmente incontrati presso l’aeroporto di Bologna. Durante il suo soggiorno in Italia, Adler trascorrerà del tempo nel villaggio in cui era di stanza, prima di recarsi a Firenze, Napoli ed infine a Roma, dove visiterà il Tempio Maggiore. “E’ una favola della vita nata nel buio della guerra – conclude Matteo Incerti – In questi momenti bui del nostro tempo ne abbiamo forse un po’ tutti bisogno per trovare calore umano e amore. Commosso e felice per Martin e Rachelle e tutta la famiglia Naldi. Vorrei ringraziare le decine di migliaia di persone che da sabato si sono impegnate in questa bellissima caccia al tesoro. Il segreto della vita è condividere”.

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