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    Zakhor: Roma ricorda la Shoah con le opere di sei artisti israeliani. Presentata la mostra al Museo dell’Ara Pacis

    Presentato presso il Museo dell’Ara Pacis Zakhor/Ricorda. I musei civici di Roma e la memoria attraverso l’arte, un progetto, curato dalla coordinatrice del Centro di cultura della Comunità ebraica di Roma Giorgia Calò, composto da sei video installazioni che riproducono le opere di sei artisti israeliani. 

    Il progetto espositivo è stato promosso da Roma Culture, Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, Ambasciata d’Israele in Italia e Comunità ebraica di Roma in collaborazione con la Fondazione Italia-Israele per la Cultura e le Arti. Le 6 opere che compongono il progetto Zakhor saranno esposte dal 18 gennaio al 12 febbraio nei seguenti musei civici: Centrale Montemartini, Museo di Roma, Galleria d’Arte Moderna, Museo dell’Ara Pacis, Museo di Roma in Trastevere e Museo di Scultura Antica Giovanni Barracco. 

    A parlare di questo progetto ideato per la Giornata della Memoria 2023, la presidente della Comunità Ebraica di Roma Ruth Dureghello, l’Ambasciatore dello Stato d’Israele in Italia Alon Bar, l’Assessore alla Cultura di Roma Capitale Miguel Gotor, il Sovrintendente Capitolino ai Beni Culturali Claudio Parisi Presicce e la curatrice stessa. Presenti alla conferenza stampa tra gli altri il rabbino capo rav Riccardo Di Segni, l’addetta culturale dell’ambasciata israeliana Maya Katzir e l’assessore alla Cultura Giordana Moscati, che ha sottolineato a Shalom l’importanza di trovare nuovi strumenti per la trasmissione della memoria. 

    Un tema che torna più volte nel corso degli interventi e l’assessore Gotor spiega il motivo. “Siamo in una fase in cui la memoria fatica a reggersi solo sulle gambe dei pochi testimoni rimasti, perciò serve un cambio di passo – afferma – Una delle sfide del nostro tempo è proprio il passaggio di testimone con le nuove generazioni, per questo è importante trovare nuovi strumenti per intercettare il cuore e le menti dei nostri giovani”.  

    La presidente Ruth Dureghello ha voluto sottolineare l’unione d’intenti con il quale è stata promossa l’iniziativa, infatti è “fondamentale essere uniti nell’affrontare una sfida così importante come quella del passaggio di testimone”, nel quale proprio le mostre e i musei saranno il fulcro, perché “nel momento in cui i testimoni non ci sono più, saranno proprio i musei a diventare i centri della testimonianza”.

    “La memoria è di tutti noi, è un dovere civico. Nella Torah, la parola ‘zakhor’, ossia ricorda, compare ben 222 volte, segno dell’importanza di questa attività” afferma la curatrice del progetto espositivo Giorgia Calò, che ha spiegato su quale idea si fonda quella di esporre le sei video installazioni in altrettanti punti sparsi nella Capitale. “Il pubblico deve visitare il museo inconsapevole di trovarsi di fronte un’opera completamente diversa da quelle presenti – spiega – quello che abbiamo fatto è un ‘inciampo video’ dove un monitor mostra un’opera completamente slegata dal contesto”.

    Queste sei opere, realizzate da Boaz Arad, Vardi Kahana, Dani Karavan, Simcha Shirman, Micha Ulman e Maya Zack affrontano la memoria della Shoah da punti di vista completamente differenti. Tuttavia, vogliono lasciare uno spunto di riflessione al visitatore: quanta cultura è stata sottratta all’umanità? 

    Una delle installazioni, ossia la riproduzione di Three Sisters (1992) della fotografa Vardi Kahana, si trova proprio nel Museo dell’Ara Pacis. Uno scatto in bianco nel quale sono ritratte la madre dell’artista con le sue sorelle, tutte e tre sopravvissute alla Shoah. “Questa foto descrive tutto il vissuto ebraico e la volontà di perpetuare la vita” spiega Calò.

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