Al Tempio Beth Shmuel di via Garfagnana, una cerimonia particolare per Yom Hashoah: oltre alle sei milioni di vittime della furia nazista, per la prima volta sono stati ricordati i 712 ebrei di Libia deportati nei campi di Giado, Sidi, Azaz, Buerat, El HSum, Buq Buq, Auschwitz, Reichnau e Bergen Belsen.
Dopo una lunga ricerca, è stato possibile ritrovare i nomi di ciascuna vittima, che gli studenti della scuola ebraica hanno letto all’inizio della cerimonia.
Moderata dal presidente ASTREL- Associazione Salvaguardia Trasmissione Retaggio Ebrei di Libia, David Gerbi, la cerimonia è stata un’alternanza di preghiere e ricordo, di canti, riflessioni e la testimonianza di Allegra Gutta Naim, sopravvissuta al campo di sterminio di Giado.
“Io sono nata nel 1928 in Libia. Quando è iniziata la guerra abbiamo sofferto le bombe fino al 1942, finché i nazifascisti hanno deciso di rastrellare gli ebrei. Hanno caricato le famiglie sui carri armati, senza dirci dove stavamo andando. Siamo arrivati a Giado dopo un viaggio lunghissimo- racconta Allegra- Lì centinaia di persone sono morte. Ricordo i cadaveri per terra. Coprivo il mio viso per non vederli. Avevo 14 anni. L’ultima sera ero in ospedale e non trovavo mio padre. Ho capito che era morto anche lui. Poi ci hanno preso e ci hanno portato a Bengasi. Sapevamo che ovunque facevano Pogrom, perciò da Bengasi siamo arrivati a Tripoli e da lì siamo partiti per Israele, dove ho conosciuto mio marito e ho avuto figli e nipoti”.
Una testimonianza che insieme ad altre, costruisce un’importante pagina della storia poco ricordata, per questo è importante l’impegno delle istituzioni italiane ed ebraiche, affinché la deportazione degli ebrei di Libia trovi il suo giusto spazio nelle celebrazioni per Yom Hashoah e il Giorno della Memoria. Questo il senso del messaggio del Rabbino Capo Rav Riccardo Di Segni.
“Questa mattina la sirena ha suonato contemporaneamente nell’antico ghetto e in Israele. Queste sono cose che segnano le caratteristiche di una comunità che nel tempo si è rafforzata ed è importante continuare a studiare la storia degli ebrei nel nord Africa, perciò ci impegniamo in un lavoro comune per ricordare questa pagina della storia” dichiara la Presidente della Comunità Ebraica di Roma Ruth Dureghello.
Ai discorsi istituzionali sono seguiti saluti di ospiti, vertici comunitari e rabbinici, quali Elia Lillo Naman, Rav Itzchak Chazan, Rav Roberto Colombo, Rafael Singer, rappresentante dell’Ambasciata d’Israele in Italia, Rav Alonso Arbib, Giuseppe Benedetto, presidente della Fondazione Luigi Einaudi, Giulio Terzi, ex ambasciatore italiano in Israele ed ex Ministro degli Esteri, Rav Zalmen Springer, l’onorevole Emanuele Fiano, Saul Meghnagi consigliere UCEI e Rav Ilan Roy.
“C’è molto lavoro da fare in Europa per combattere l’antisemitismo attraverso l’educazione e questa è la priorità assoluta dell’Ambasciata d’Israele in Italia, lavorando a stretto contatto con la Comunità ebraica di Roma” ha dichiarato Rafael Singer; “ Gli ebrei di Libia hanno sempre avuto un forte legame con Israele ma anche con l’Italia- ha aggiunto Giulio Terzi- questo momento solenne del calendario religioso dello stato ebraico, in cui si compiangono le vittime che l’indifferenza, l’antisemitismo, l’antisionismo vogliono far dimenticare, ma noi non lo faremo mai dimenticare. La shoah è l’evento più europeo e malvagio per l’umanità. La storia degli ebrei di Libia è una storia identitaria che dobbiamo approfondire e far conoscere”.
Durante la cerimonia, per gli studenti e gli intervenuti è stato possibile accendere una candela nel cortile, in memoria dei sei milioni di ebrei sterminati nei campi di sterminio.
A concludere le celebrazioni i canti corali dei bambini e preghiere commemorative, seguite dal suono dello Shofar.