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    ROMA EBRAICA

    Vicini anche se lontani: il legame tra i ragazzi della scuola ebraica e quelli dell’associazione Rachashei Lev

    “Am echad ve lev echad”: un solo popolo per un solo cuore, questo è uno dei principi più importanti e significativi dell’ebraismo. Ed è ciò che i ragazzi della scuola ebraica di Roma – assieme ad un gruppo di donatori romani fanno da mesi con Rachashei Lev, associazione israeliana che si occupa di regalare un sorriso ai ragazzi malati oncologici. Dopo aver vissuto a novembre un’esperienza unica a Roma, tra musei, monumenti, shopping, esperienze e molto altro, i ragazzi di Rachashei Lev hanno ricevuto un dono davvero speciale dai coetanei della Comunità Ebraica di Roma, con cui è ormai nato un rapporto di amicizia: due macchine per cuocere pancake e waffle. Il regalo è stato consegnato ai giovani di Rachashei Lev a gennaio presso l’ospedale di Tel Hashomer, a Ramat Gan, ora parte del reparto di oncologia.
    “Questo pensiero fa capire loro che non ci sono distanze che tengano, che i loro coetanei in Italia non smettono di pensare a loro – ha raccontato Daniel Di Porto, responsabile del progetto con Amedeo Moscato, Joseph Di Porto, David Perugia, Marco Misano e molti altri – Al contempo, con questo gesto abbiamo insegnato ai nostri ragazzi l’essenza di “am echad ve lev echad”, essere uniti e fratelli anche a distanza”.
    Questo gesto dà forza a tanti ragazzi che avevano perso la speranza. Molti di loro, dopo il viaggio a Roma, hanno ripreso le cure che disillusi avevano interrotto. Altri, avevano abbandonato la fede e dopo l’esperienza romana hanno deciso di riavvicinarsi. Questa avventura li ha riportati in Israele pieni di forza di volontà per combattere per il proprio futuro, nonostante il 7 ottobre e le difficoltà dovute alla loro salute. Sorridere nonostante tutto, passando il tempo tra un pancake e l’altro cercando di addolcire anche i momenti più amari.

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