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    ROMA EBRAICA

    “Torneremo a ballare” – Il Keren Hayesod riaccende la speranza nell’evento di Roma

    Balleremo ancora. Balleremo perché dopo il 7 ottobre bisogna continuare a celebrare la vita, la speranza e avere fiducia nel futuro. Questo il messaggio lanciato dal palco nell’evento del Keren Hayesod dedicato alla raccolta fondi destinati alle vittime dell’attacco terroristico di Hamas del 7 ottobre.
    Durante la serata, che si è svolta al Salone delle Fontane di Roma e a cui hanno partecipato centinaia di persone, si sono alternati gli interventi dei rappresentati del Keren Hayesod, dell’ebraismo italiano e di Merav e Menashe Ram, genitori di Omrì, ucciso dei terroristi di Hamas al Nova Festival. L’evento, condotto dal direttore di Shalom Ariela Piattelli, è stato aperto dagli interventi del Presidente del Keren Hayesod Roma David Hannuna, che ha spiegato come la capacità del popolo ebraico di reagire alle tragedie con la vita sia una tra le sue più grandi risorse, e dal rappresentante della stessa organizzazione, lo Shaliach Eyal Avneri.
    L’Ambasciatore dello Stato d’Israele in Italia Alon Bar ha invitato i partecipanti ad una riflessione su come si possa costruire insieme un futuro, anche nei momenti più difficili.
    La vita non è fatta solo di momenti felici, ma ognuno di noi ha la responsabilità di trasformare il buio in luce. Quest’ultima, la responsabilità, è la chiave per la salvezza: ogni persona deve prendere in mano la situazione per migliorare il mondo. Questo è stato il filo conduttore che ha legato i discorsi del Presidente della Comunità ebraica di Roma Victor Fadlun, del Rabbino Capo Riccardo Di Segni, della Presidente dell’Unione delle comunità ebraiche italiane Noemi Di Segni.
    Ad aprire la seconda parte dell’evento, l’amministratore delegato del Keren Hayesod Mondiale Edna Winstock-Gabay, che ha spiegato come l’ente di beneficienza sia impegnato nel sostegno delle vittime del 7 ottobre. Ariela Piattelli ha poi chiamato sul palco Menashe e Merav per raccogliere la loro preziosa testimonianza: durante l’intervista, i genitori di Omrì hanno ricordato il figlio dipingendone attraverso le parole un commovente ritratto. Poi hanno trovato la forza di ripercorrere gli eventi del 7 ottobre, sino al tragico epilogo, e hanno concluso con un messaggio di speranza. Prima dell’appello alla solidarietà del Presidente del Keren Hayesod Italia Victor Massiah, la cantante Eyant Saruf ha intonato l’inno dello Stato d’Israele, l’Hatikwà, coinvolgendo i partecipanti alla serata in un momento emozionante.
    Ieri, forse per la prima volta dopo tanto tempo, si è trovata una nuova strada, una strada nella quale la luce sostituisce il buio, la bellezza prende il posto dell’orrore e si balla – ancora – alla vita. Fino a tarda notte, ieri a Roma, tra le note di Eynat Sarouf e di Erminio Sinni.

    Si ringrazia Luca Sonnino per la foto.

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