Ieri pomeriggio presso il Museo ebraico di Roma è stato presentato il nuovo libro di Umberto Gentiloni Silveri edito dalla casa editrice il Mulino: “Storia dell’Italia contemporanea 1943-2019”. Un saggio che si presenta come elogio alla complessità, all’analisi e alla critica. Qual è il ruolo dell’Italia nello scacchiere europeo e mondiale? È o non è il suo destino inscindibile rispetto a quello degli altri paesi? La risposta è affermativa e le motivazioni vanno ricercate nei suoi ultimi 76 anni di storia. Prosegue il ministro dell’Economia Gualteri: “La difficoltà sta nel conciliare il carattere nazionale della politica con quello cosmopolita”: una sfida che non spetta solo all’Italia, ma alle nazioni di tutto il mondo, che non devono cedere alla tentazione di chiudersi all’altro per paura di perdere la propria identità. “L’Italia non è un unicum, è inserita nel contesto europeo e mondiale e da lì bisogna partire” – prosegue Paolo Volterra. Una nutrita dose di fonti accompagna tutti i capitoli del libro, offrendo al lettore l’opportunità di ampliare, fare digressioni e approfondire alcuni temi rispetto ad altri. Tre storici della stessa generazione a confronto – tutti formatisi con l’emerito professore Pietro Scopola: Marco Damilano, Umberto Gentiloni Silveri e Roberto Gualtieri – per introdurre un libro che ci ricorda ancora una volta che la storia può essere altro rispetto al puro intrattenimento intellettuale: essa infatti torna utile nel decifrare ciò che l’attualità ci riserva, può fornirci strumenti preziosi per comprendere meglio ciò che accade intorno a noi e può tenerci compagnia. 76 anni di storia raccontati in poco più di 200 pagine, un’impresa titanica forse, ma doverosa.