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    Sposarsi al tempo del coronavirus: una festa in stile diverso

    Un’occasione di gioia e di simchà dopo un periodo pieno di incertezze: a causa della pandemia le numerose coppie che avrebbero dovuto sposarsi in questo periodo, hanno deciso di posticipare di un anno la celebrazione del matrimonio, per poter festeggiare in tutta sicurezza insieme agli amici e ai parenti.

    Diversa invece è stata la scelta di Clemy Raccah e Izik Mimun, due giovani ragazzi ebrei di origini tripoline che proprio domenica 24 maggio hanno pronunciato il fatidico “si”, davanti ad un numero ristretto di persone.

    La cerimonia si è svolta all’aperto nel giardino di un hotel nella zona di Piazza Bologna, in cui è stata allestita la chuppà con circa 40 invitati, nel rispetto delle norme e delle disposizioni e delle distanze di sicurezza previste dal Governo.

    Una festa certamente fuori dai comune, in linea con la personalità dei giovani sposi, che nonostante il periodo di quarantena e le restrizioni non abbiano permesso loro di organizzare il matrimonio in maniera “tradizionale”, hanno voluto comunque iniziare la loro vita insieme.

    Gli amici e i familiari lontani hanno potuto comunque assistere alla cerimonia collegati sulla piattaforma Go To Meeting e Live su Facebook.

    “Abbiamo deciso di non spostare la data perché ciò che conta non è la festa, ma il matrimonio in se” racconta Clemy, “non importa se festeggiamo con 400 persone o con 20, la cosa più importante è sposare mio marito e iniziare la nostra vita insieme”.

    Mazal tov.

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