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    SCRITTORI: ADDIO A ALDO ZARGANI, NARRATORE DELLA QUOTIDIANITA’ DELLA SHOAH

    Lo scrittore Aldo Zargani, narratore autobiografico di una quotidianità in cui la tragedia della Shoah, storica e familiare, raccontata con gli occhi di un bambino, si incontra con la rigenerazione e la speranza, in un percorso ricco di contraddizioni profondamente umane, è morto ieri a Roma all’età di 87 anni. 

    Nato a Torino il 7 agosto 1933, Aldo Zargani ha vissuto un’infanzia e una adolescenza segnate delle leggi razziali fasciste e dall’occupazione nazista: gli anni della spensieratezza per lui sono stati anche gli anni della persecuzione, della fuga, come ha raccontato nel libro “Per violino solo. La mia infanzia nell’Aldiqua (1938-1945)”, edito da Il Mulino. Sfuggito alla deportazione nazista, Zargani ha lavorato come funzionario per la Rai per 40 anni, dal 1954 al 1994, prima a Torino e poi a Roma. Negli anni Cinquanta e Sessanta è stato attore con il Centro del Teatro Popolare e il Teatro delle Dieci di Torino. Zargani ha debuttato nel 1995 come scrittore con “Per violino solo”: in questo suo primo libro di memorie (tradotto in inglese, francese, tedesco, spagnolo) ripercorre le vicissitudini della sua famiglia negli anni della persecuzione razziale, con la perdita del lavoro del padre violinista, l’esclusione dalle scuole, l’espatrio fallito, la fuga attraverso il Piemonte, l’arresto dei genitori, il collegio, la deportazione dei parenti. L’autore ha vinto l’Ischia International Journalism Award, il Premio Acqui Storia e il Premio Sant’Anna di Stazzema ed è stato finalista al Premio Viareggio, al Premio Pisa, al Premio Lucca e al Premio Pen Club. 

    Con la casa editrice Il Mulino Zargani ha poi pubblicato “Certe promesse d’amore” (1997), cronologicamente e non solo una continuazione ideale della prima opera, Dopo la tragedia e l’orrore, davanti ai giovani che s’affacciavano al dopoguerra pareva aprirsi un mondo di possibilità infinite. Per un giovane ebreo come Zargani, poi c’era la scommessa del sionismo, di una patria per il popolo errante, Israele, dove si poteva immaginare una società nuova. Il ragazzo vive questa stagione di grandi speranze mescolandola all’amore per una compagna di fede, nella casa della quale va ospite d’estate: fra bagni di mare e campeggi sionisti, discussioni e baci, si consuma una stagione di promesse sulla soglia dell’età adulta. Più recente è “In bilico (noi gli ebrei e anche gli altri)”, uscito nel 2017 con Marsilio. Nei testi di Aldo Zargani la forma narrativa breve rivela tutta la sua potenza attraverso il susseguirsi di piccole sciarade temporali e di imprevisti familiari: prende forma, di conseguenza, una quotidianità che, sebbene segnata da una delle più angosciose tragedie del secolo scorso, ha sempre a che fare con la rigenerazione umana e la consolazione. Attraverso l’abile montaggio di voci sempre in bilico tra la commedia e la tragedia, i testi raccolti seguono il ritmo di percorsi narrativi che si alternano e si sovrappongono alla memoria nella personalissima ricerca estetica sulle contraddizioni umane di chi è stato a contatto con il male assoluto e lo sa raccontare, sfiorandolo. Aldo Zargani ha collaborato con diverse riviste, tra cui Lettera internazionale, Il Mulino e Doppiozero. 

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