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    ROMA EBRAICA

    Sapienza per la Memoria. 16 ottobre 1943, la storia di Elio Pavoncello

    In occasione dell’anniversario del 16 ottobre 1943, Sapienza Università di Roma ha organizzato una giornata dedicata ai risultati del progetto di terza missione “Sapienza per la memoria: L’applicazione delle leggi razziali nella Regia Università La Sapienza”, sviluppato nell’anno accademico 2023-2024 e finanziato dall’Ateneo e dalla Fondazione Museo della Shoah. Il progetto, avviato lo scorso anno in collaborazione con il portale «1938 Sapienza-Leggi Razziali», curato dallo storico Umberto Gentiloni, ha raccolto e digitalizzato i documenti storici relativi alle leggi razziali applicate nell’Ateneo. Il portale permette di riscoprire le storie dei 67 studiosi, ricercatori e dipendenti che furono sospesi e successivamente espulsi tra il 1938 e il 1939.

    “La formazione e il sapere sono i veri anticorpi contro l’odio e la discriminazione,” ha dichiarato il rettore Antonella Polimeni durante il suo intervento, sottolineando l’importanza di mantenere viva la memoria della Shoah attraverso lo studio e l’insegnamento. Mario Venezia, presidente della Fondazione Museo della Shoah, ha spiegato le origini del progetto, ricordando l’accordo quadro firmato nel 2018 con la Comunità Ebraica di Roma per approfondire lo studio dell’impatto delle leggi razziali del 1938 all’interno dell’università, e per riportare alla luce le storie degli studenti e dei docenti discriminati. Tra queste, quella di Elio Pavoncello, studente della Facoltà di Lettere e Filosofia, arrestato il 16 ottobre 1943 e deportato ad Auschwitz.

    La professoressa Serena Di Nepi, docente di Storia Moderna e una delle responsabili del progetto, ha illustrato i risultati ottenuti, spiegando che il lavoro è andato oltre i confini accademici tradizionali. Tra i prodotti del progetto spicca un podcast, che ha avuto grande risonanza sia in Italia sia all’estero. Una delle storie maggiormente messe in luce è stata quella di Elio Pavoncello, narrata dal nipote Massimo Finzi in dialogo con il professor Umberto Gentiloni.

    “Raccontare la sua storia significa ribaltare il disegno nazifascista di cancellazione,” ha detto Finzi, leggendo alcune delle lettere scritte da Pavoncello durante la guerra, molte delle quali sono state donate all’università dalla sua famiglia. Finzi ha sottolineato l’importanza di riflettere sul pericolo dell’indifferenza, che permise tragedie come la Shoah.

    La giornata si è conclusa con la presentazione dei progetti realizzati durante l’anno dagli studenti della Sapienza e dai ragazzi dell’IIS Leonardo da Vinci, a testimonianza del costante impegno delle nuove generazioni nella conservazione della memoria.

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