Avrebbe dovuto chiudere lo scorso 3 febbraio la mostra “Italiani
di razza ebraica: le leggi antisemite del 1938 e gli ebrei di Roma”, allestita
presso il Museo ebraico di Roma: si tratta di una esposizione documentaristica
e fotografica che racconta il terribile impatto, umano, emotivo ed economico
che le leggi razziali fasciste ebbero sulla popolazione ebraica italiana.
Ma il grande successo di pubblico, soprattutto tantissimi
giovani e scolaresche, ha richiesto che la mostra – curata da Yael Calò e Lia
Toaff – venisse prolungata fino a metà di marzo.
Nelle sale del Museo i visitatori scoprono l’enorme
ingiustizia che gli ebrei italiani dovettero subire, soprattutto scoprono nelle
biografie, nei documenti, nelle pagelle dell’epoca, come i bamibi ebrei furono
cacciati dalle scuole, umiliati e perseguitati. La scelta espositiva e’ infatti
soprattutto didattica e ha lo scopo di far conoscere i diritti e le liberta’
acquisite dagli ebrei italiani nel Regno d’Italia, diritti e liberta’ che avrebbero
perso nel 1938.