Skip to main content

Ultimo numero Settembre – Ottobre 2024

Scarica il Lunario 5784

Contatti

Lungotevere Raffaello Sanzio 14

00153 Roma

Tel. 0687450205

redazione@shalom.it

Le condizioni per l’utilizzo di testi, foto e illustrazioni coperti da copyright sono concordate con i detentori prima della pubblicazione. Qualora non fosse stato possibile, Shalom si dichiara disposta a riconoscerne il giusto compenso.
Abbonati







    Roma commemora l’attentato alla Sinagoga del 9 ottobre ‘82

    Una commemorazione come testimonianza di un sentimento sempre vivo per la città, un momento di grande partecipazione per l’intera comunità ebraica di Roma. Davanti alla grande sinagoga, proprio accanto alla lapide dove si ricorda l’attentato del 9 ottobre 1982, quando i terroristi palestinesi uccisero il piccolo Stefano Gaj Tachè e ferirono 40 persone, oggi molti ebrei romani, alcuni studenti delle scuole ebraiche, si sono raccolti attorno alla famiglia Gaj Tachè e ai feriti dell’attentato per ricordare quel terribile giorno. Insieme alla Presidente della Comunità Ebraica Ruth Dureghello, al Rabbino Capo Riccardo Di Segni, alla Presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Noemi Di Segni, al Vicepresidente della comunità romana Ruben Della Rocca, hanno partecipato alla cerimonia anche la Regione Lazio, i rappresentanti dell’Ambasciata d’Israele in Italia e presso la Santa Sede. 

     

    «Oggi siamo qui a testimonianza di un sentimento vivo in questa città. – ha detto la Presidente Dureghello – Noi continuiamo con la nostra ricerca di verità, e resta sempre l’amarezza che i responsabili dell’attentato non abbiano mai pagato». Dureghello ha poi rivolto un ringraziamento a Gady Tachè, fratello del piccolo Stefano, che ogni anno racconta ai ragazzi delle scuole “con grande impegno” la tragica vicenda del 9 ottobre ’82. Una memoria che secondo Gady Tachè deve essere “collettiva”: «Non siamo qui solo per onorare la memoria di Stefano. – ha detto Gady durante la cerimonia  – ma per onorare la memoria dell’intera comunità. Stefano poteva essere vostro figlio o vostro fratello. Il lavoro della memoria debbono farlo anche gli insegnanti. Questa deve essere una giornata di lutto per tutti noi, proprio come il 16 ottobre o il 24 marzo. Perché se non siamo noi a ricordare, chi lo farà per noi?».

    CONDIVIDI SU: