di Rav
Riccardo Colombo
Domanda
– Capitò che un falegname costruì per un tempio delle porte di un Aròn. I
responsabili del tempio, nonostante le giuste e continue richieste dell’operaio,
non avevano mai pagato il lavoro svolto. Un giorno, all’apertura del tempio, i
presenti notarono che le porte dell’Aròn erano state divelte e portate vie. L’operaio,
che aveva ancora con sé le chiavi del tempio, la notte era
entrato e aveva prelevato le due porte lasciando scoperti i Sifrè Torà. I responsabili del tempio denunciarono il falegname
al Tribunale Rabbinico. Qual è la norma a riguardo?
Rav
Eliashiv rispose: Innanzi tutto è necessario dire che è assolutamente vietato
portar via ogni oggetto di un tempio. I Maestri insegnano che chi preleva da un
tempio anche una semplice pietra, è come se staccasse un pezzo del Santuario,
cosa proibita dalla stessa Torà (Deut. 12, 3 – 4).
Detto questo, si deve però sottolineare che il falegname non ha commesso nel
nostro caso alcuna trasgressione e che costui aveva tutto il diritto di
prelevare le porte dell’Aròn per non aver ricevuto il giusto salario per il
lavoro volto. La questione, però, è se sia permesso lasciare un Sèfer Torà scoperto o se ciò
sia assolutamente vietato dalla regola ebraica. È ovvio che di norma sia una
grande mancanza di rispetto non avere un’adeguata copertura di un Sèfer Torà. Però, nel
trattato di Bavà Batrà (114 b) è narrato che un giorno il figlio di una persona defunta che
aveva lasciato in eredità dei poderi ai
propri figli vendette l’intero lascito ad un estraneo e poi morì anch’esso. Gli
eredi si opposero alla vendita e chiesero la restituzione dei campi dichiarando
che il fratello che vendette i campi era ancora minorenne in quanto il proprio
corpo non aveva ancora raggiunto la maturità fisica e che per giunta la vendita non si poteva considerare valida ai
fini della norma. Per considerare la maturità fisica del ragazzo era dunque necessario dissotterrarne il corpo, cosa
assolutamente vietata dalla Torà. I Maestri, però,
stabilirono che per evitare un possibile furto il corpo venisse disseppellito
in modo che i medici potessero valutare l’età del defunto. La Torà impone la
correttezza nel campo degli affari e vieta ogni furto. Dove non vi è onestà tra gli uomini non vi è neppure vera Torà. Pertanto, sebbene sia vietato lasciare scoperto un Sèfer Torà, al fine di
essere giustamente risarcito per il lavoro svolto il falegname aveva tutto il
diritto di riprendere le porte da lui forgiate. La vergogna per un Sèfer Torà in questo caso
non è quella di essere lasciato senza copertura, ma di essere coperto da una
porta rubata ad un onesto lavoratore.