Care amiche e cari amici,
il giorno di Rosh Hashana rappresenta il culmine di un periodo di pentimento e ritorno che parte da Rosh Hodesh Elul e che termina con il giorno di Kippur. Un tempo dedicato all’introspezione e alla riflessione. Guardiamo indietro per andare avanti.
Un percorso individuale, che diventa collettivo poiché ogni ebreo può trovare ragione della sua esistenza solamente all’interno di una Comunità. Con questo spirito nelle nostre sinagoghe si radunano gli ebrei romani. Uniti nei valori che hanno mantenuto viva questa Comunità per oltre duemila anni e saldi nella forza della tradizione che ci hanno trasmesso i nostri Maestri. Se oggi questa Comunità è cresciuta lo dobbiamo ai tanti Rabbanim, Morim e Morot che hanno investito nell’insegnamento della Torah e nella pratica delle Mitzvot. Soprattutto all’interno della scuola, motore fondamentale della nostra vita ebraica.
È quindi in questa unione di intenti e di valori, di bisogni e di identità che una Comunità fonda la sua ragione di esistere. Solo questo ci rende forti ed unici rispetto al pericolo dell’assimilazione e delle problematiche che quotidianamente ci troviamo ad affrontare.
Ma l’unità da sola non basta: è un valore positivo, ma statico che invece deve essere accompagnato da un costante lavoro finalizzato alla crescita. È importante che l’unità sia al servizio di una Comunità dinamica, capace di generare cultura e competenze e formare nuove generazioni.
Purtroppo in questi ultimi mesi abbiamo constatato un atteggiamento spesso opposto. Un’imitazione grottesca e ridicola della politica nazionale in cui i social network sono il luogo dello scontro partigiano di ragionamenti che dividono anziché unire. Non è lo strumento il problema, ma l’utilizzo che ne facciamo.
Possiamo difendere i valori ebraici e il diritto dello Stato d’Israele senza scontrarci animosamente tra noi. Non siamo estranei sulle sponde opposte dei partiti, ma ebrei all’interno di una Comunità. Dobbiamo essere guidati da spirito e bene comune, quello spirito che ci ha sempre contraddistinto. Una comunità del fare e del dare. Non del dire e del giudicare. Siamo ebrei, ebrei di Roma, che sono parte di una Kehillà che dobbiamo coltivare e far crescere.
Lo scorso giugno si sono svolte le elezioni per il rinnovo del Consiglio che mi ha visto riconfermata come Presidente. Voglio rivolgere ai neo eletti i miei auguri di buon lavoro. Così come voglio ringraziare tutti coloro che hanno scelto di candidarsi. C’è spazio e modo per tutti di aiutare la Kehillà.
Obiettivo di questo nuovo lavoro deve essere quello di adeguare la Comunità al cambiamento dei tempi e migliorare la vita degli iscritti nel contesto di un difficile scenario politico sociale ed economico. Per garantire una Comunità autorevole e rispettata nella società civile e fra le comunità ebraiche di tutto il mondo.
È un lavoro impegnativo che va affrontato con visione del futuro che ci aspetta. Non esistono soluzioni facili a problemi complessi. Dobbiamo investire in competenze e nella formazione dei giovani affinché la leadership di domani abbia gli strumenti adeguati per sostenere questa sfida. Diffidiamo per favore dalle sirene della demagogia che attraggono, ma non risolvono i problemi.
Alla stessa maniera, dobbiamo ricordarci che non esiste leadership senza i valori ebraici di solidarietà. Torniamo a ciò che ci ha unito per lungo tempo, ritroviamo quel senso di appartenenza che ci rende la Comunità più longeva della diaspora.
Ispiriamoci a modelli sani, come Shalom Tesciuba z’’l che ci ha lasciato quest’anno. Un leader, che si è occupato della Comunità con amore e responsabilità per tanti anni. La capacità di tenere unita una Kehillà ha contraddistinto la sua vita. Che D-o ne benedica la memoria.
Ritorniamo a far sentire l’istituzione più vicina alla Comunità.
Da poco è online il nuovo sito che oltre alle informazioni riguardo la kasherut, le sinagoghe, gli orari di shabbat e le festività, contiene nuovi servizi. Tutto il necessario per orientarsi nella Comunità Ebraica di Roma. A questo si aggiungono i nostri social e Shalom con la sua versione online. Al progetto contribuiscono tantissimi ragazzi che coltivando la loro passione partecipano alla quotidianità dinamica della nostra Comunità.
Sono in crescita le attività svolte in tutti i Batei Ha Knesiot della città. Dalle funzioni di tutti i giorni, ai Talmud Torà, fino alle iniziative finalizzate ad accogliere sempre più persone per riunire, uomini, donne e soprattutto giovani intorno alla Torà. Anche la rete di solidarietà per i più bisognosi trova in questi luoghi il contesto ideale per andare incontro alle fasce più deboli. Una Comunità Ebraica non lascia indietro mai nessuno.
Tantissimo è il lavoro svolto dalla Deputazione, ma la situazione generale è sempre più difficile e necessita del supporto di ciascuno di noi.
C’è bisogno di vicinanza, di amicizia e di solidarietà umana. Il conforto si dà anche con il calore e l’affetto.
Kol Israel arevim ze ba ze, ogni ebreo e garante uno per l’altro.
Tutti insieme possiamo migliorare questa Kehillà. Shana tova umetuka,
Ruth Dureghello
Un ringraziamento particolare ai volontari della sicurezza che in questo momento si stanno impegnando anche qua fuori per garantire a tutti noi di osservare la mitzvà con le nostre famiglie.
Sia il loro impegno e sacrificio di esempio per tutti noi.
Tutti insieme possiamo migliorare questa Kehillà.
Shana tova umetuka,
Ruth Dureghello