Il 10 ottobre per la prima volta nella sua storia, l’Accademia Reale di Svezia assegnerà due premi Nobel per la letteratura, dal momento che lo scorso anno per svariati motivi non ne aveva assegnato nessuno, suscitando grande scalpore.
In vista dell’assegnazione del Premio, il Centro di Cultura Ebraica e Il Pitigliani hanno organizzato un incontro domenica 6 ottobre con ospiti giornalisti ed editori, per un excursus tra i segreti e l’organizzazione del premio letterario più ambito e degli altri prestigiosi premi letterari.
Insieme al Presidente della Comunità Ebraica di Roma Ruth Dureghello, al Presidente de Il Pitigliani Bruno Sed e all’Assessore alla Cultura Giordana Moscati, sono intervenuti Peter Loewe, corrispondente del Dagens Nyheter,quotidiano svedese, Stefano Petrocchi, Direttore della Fondazione Bellonci- Premio Strega, Lara Crinò, giornalista de La Repubblica, Shulim Vogelmann, editore di Giuntina, Michèle Seguev, addetta culturale dell’Ambasciata di Israele e Isabella Ferretti, editore di 66thand2nd. Ha moderato Massimiliano Boni.
Non è la prima volta, a detta di Loewe, che viene assegnato più di un Premio Nobel per una stessa categoria, tuttavia a Stoccolma c’è grande fermento e attesa di conoscere quali saranno gli autori premiati.
Sebbene sia il più importante, il Nobel non è l’unico premio letterario prestigioso in Italia; ampio spazio è stato dedicato al Premio Strega, istituito nel 1947 da Maria Bellonci, che in epoca fascista ospitava intellettuali e giornalisti nel suo salotto, i cosiddetti “ amici della domenica” (titolo con cui ancora oggi si chiama la giuria) e Guido Alberti, produttore del Liquore Strega, che ha dato il nome al Premio.
“Premi come il Nobel e il Pulitzer vengono assegnati da una piccola giuria” spiega Petrocchi, “per lo Strega è diverso: deve essere assegnato da un ampia giuria, costituita da 400 uomini e donne di cultura.
Moravia, Morante, Flaiano, Ginzburg sono tra gli autori più importanti che hanno vinto lo Strega: alcune delle opere premiate sono diventate veri e propri pilastri della letteratura italiana, come Il Nome della Rosa di Umberto Eco e il Gattopardodi Giuseppe Tommasi di Lampedusa.”
L’Italia vanta moltissimi e importanti premi Nobel per la Letteratura: Ungaretti, Montale, Quasimodo, Dario Fo; anche il mondo ebraico può annoverare scrittori che hanno ricevuto questo Premio; Shulim Vogelmann cita l’esempio più noto: Shemuel Y. Agnon, che nel 1966 ha dovuto condividere il Nobel con la poetessa Nelly Sachs.
“È stato l’unico caso di assegnazione di un Nobel a due persone”, spiega Vogelman, “ tuttavia ci fu grande fermento per questa vittoria, perché a 18 anni dalla fondazione dello Stato d’Israele, è stato riconosciuto il valore del nostro paese in campo letterario.”
Altri valenti autori ebrei come Amos Oz, David Grossmann e Abraham Joshua, sebbene non abbiano ricevuto questa onorificenza, sono annoverati tra i maggiori autori della letteratura ebraica, con straordinario successo in Italia, in quanto riescono a trasmettere attraverso i loro libri un immagine, una conoscenza, un sentimento su Israele.
Non è ancora possibile conoscere i nomi dei candidati al Premio Nobel per la Letteratura, tantomeno fare pronostici, in quanto sono molti gli autori e i generi letterari che meriterebbero di vincere: tra le favorite la canadese Anne Carson, ancora sconosciuta e la romanziera francese Maryse Condè. O magari un eterno candidato come Murakami Haruki. Gli amanti del Fantasy auspicano che il premio vada al loro beniamino George R.R Martin e il suo Trono di Spade.
Non resta che attendere il 10 ottobre per conoscere la risposta.
Giorgia Calò