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    Nel Giorno delle Buone Azioni, il dovere di tramettere la memoria

    Nell’ambito del Good Deeds Day, manifestazione internazionale di attivazione sociale, nata nel 2007 dalla Arison Foundation e che si svolge in contemporanea in 80 paesi del mondo, anche quest’anno la Comunità Ebraica di Roma in collaborazione con il I Municipio, hanno organizzato lo scorso 5 aprile diverse manifestazioni. In particolare un’attività ha avuto per tema le Pietre d’inciampo, specialmente quelle poste nei pressi del quartiere ebraico e nei dintorni, contestualizzandone il significato dal punto di vista storico oltre che urbano.

    La visita è stata realizzata dagli studenti del Liceo “Renzo Levi” insieme all’Associazione Pontieri del Dialogo, specializzata nella realizzazione di questo tipo di iniziative. Ospiti del “Renzo Levi” l’Istituto Margherita di Savoia. La visita iniziata davanti alla Casina dei Vallati con un’introduzione del Professor Emanuele Levi Mortera, è poi proseguita all’interno dell’ex Ghetto, da via Catalana a via del Tempio, fino ad arrivare a Via della Reginella, raccontando diversi momenti chiave della comunità ebraica romana durante la Seconda Guerra Mondiale, dalle leggi razziali, alla richiesta da parte dei nazisti di cinquanta chili d’oro e i rastrellamenti del 16 ottobre, fino ad arrivare all’eccidio delle Fosse Ardeatine.

    Concluso il giro per le strade del quartiere ebraico, i ragazzi dell’Istituto Margherita di Savoia e i rappresentanti dell’Associazione Pontieri del Dialogo, sono stati invitati per una visita  della scuola ebraica, spiegando il significato del Memoriale realizzato nel 2007 e per un confronto in Aula Magna, come racconta Samuel Moresco, uno dei rappresentanti degli studenti: “È stato un momento molto bello, poiché non sapevano molti aspetti della religione ebraica e delle nostre tradizioni, e attraverso questo confronto siamo stati in grado di sciogliere i loro dubbi e migliorare i rapporti tra di noi”.

    A spiegarci il motivo della scelta della tematica della memoria, è stata invece un’altra rappresentante, Benedetta Spizzichino, la quale afferma che “il vero senso di questo particolare giro non è rinnovare la memoria, quanto ricordare loro che la memoria serve a far sì che certi eventi non riaccadano”, continua ricordando i recenti episodi di razzismo che si sono verificati nell’ultimo periodo, in primis gli eventi accaduti a Torre Maura, considerati da Benedetta “piuttosto violenti e gravi”, concludendo che “l’idea era sì di dare un aiuto, ma anche di aprire le loro menti e far sì che non vengano influenzati da agenti esterni”.


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