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    ROMA EBRAICA

    Michal Herzog incontra gli studenti della scuola ebraica di Roma: un dialogo intenso e costruttivo

    Un incontro ricco di emozioni e riflessioni quello che si è svolto presso la scuola ebraica di Roma, dove la First Lady israeliana, Michal Herzog, accolta da Johanna Arbib, Assessore CER ai Rapporti Internazionali, insieme a Sahar Fadlun, al preside Rav Benedetto Carucci, all’insegnante Ruhi Levi e all’Assessore CER alle Politiche Educative Daniela Debach, ha incontrato gli studenti del liceo per una sessione di domande e risposte. Un’opportunità straordinaria per i ragazzi, che hanno dimostrato grande profondità e spirito critico nei loro interventi, impressionando la First lady con la qualità delle loro domande.
    Avvocata di professione, si è distinta per il suo impegno nel sociale, occupandosi di temi cruciali come il supporto alle vittime di violenza, l’educazione e il benessere dei bambini, la salute mentale e la giustizia sociale.
    Uno dei temi centrali affrontati da Michal Herzog è stato il suo impegno nella lotta contro la violenza sessuale sulle donne come arma di guerra. Un fenomeno che non riguarda solo Israele, ma che è tristemente diffuso in molte aree di conflitto nel mondo. Per sensibilizzare l’opinione pubblica su questa drammatica realtà, la First Lady ha promosso la proiezione del documentario Screams Before Silence in numerosi ambienti diplomatici e istituzionali. Il film denuncia con forza le atrocità subite dalle donne israeliane durante il 7 Ottobre e rappresenta un potente strumento di consapevolezza e mobilitazione.
    Una domanda posta dagli studenti ha riguardato il delicato rapporto tra politica e religione in Israele e le tensioni che ne derivano. La risposta di Michal Herzog ha offerto uno spunto di riflessione interessante, sottolineando come anche all’interno della famiglia Herzog ci sono stati grandi rabbini e grandi politici, ma che l’obiettivo comune resta sempre il crescere insieme e restare uniti. Ha ribadito con determinazione che il livello di religiosità è una questione personale, ma ciò che davvero conta è l’unità del popolo israeliano e la sua capacità di restare forte insieme.
    Un altro tema emerso in seguito a una domanda degli studenti sulla censura e il diritto di parola in Israele, è stato quello delle numerose manifestazioni che si svolgono continuamente , comprese quelle di forte critica al governo. La First Lady ha sottolineato come questo rappresenti una prova concreta del fatto che la libertà di espressione e la democrazia siano pilastri fondamentali della società israeliana. Ha proseguito inoltre, spiegando come molti musulmani abbiano scelto di rimanere in Israele dopo il 7 Ottobre, prendendo una posizione netta contro le atrocità commesse da Hamas, anche a danno di civili musulmani. Una decisione che dimostra il rifiuto della violenza e la volontà di far parte di una società democratica e civile come quella israeliana.

    L’incontro ha toccato anche il tema dell’impatto psicologico della guerra sui più piccoli. Michal Herzog ha descritto il lavoro dei centri di assistenza per il disturbo post-traumatico, fondamentali in un paese dove intere generazioni al sud sono cresciute sotto la minaccia dei missili. Dopo il 7 ottobre, questi centri si sono moltiplicati in tutto Israele per rispondere all’emergenza. Ha ricordato inoltre come, tre anni fa, Israele avesse fornito supporto esperto all’Ucraina per gestire lo stress psicologico sui bambini all’inizio del conflitto con la Russia, senza immaginare che poco dopo avrebbe dovuto affrontare una crisi simile al proprio interno.
    È stata condivisa anche la sua esperienza in quanto madre di un figlio direttamente coinvolto nella guerra a Gaza come riservista e della difficile situazioni che molti giovani soldati vivono sia mentalmente che fisicamente.
    La First Lady Michal Herzog in tutte le sue risposte ha mantenuto un tono di speranza per il futuro, mostrando grande determinazione nel superare questa profonda crisi e sottolineando l’ importanza di trovare sempre una finestra di fiducia e ottimismo anche nelle situazioni più difficili e dolorose come questa, perché bisogna andare avanti e Israele ha bisogno del suo popolo. Il suo ottimismo nasce anche dalla forte percezione che i giovani israeliani hanno sempre dimostrato grande forza e la capacità di essere all’altezza della situazione, proprio come hanno fatto i ragazzi della scuola ebraica di Roma con le loro riflessioni brillanti e acute.
    L’incontro si è concluso in un clima rilassato, ma con la forte sensazione di aver vissuto un momento importante per il legame tra la comunità ebraica di Roma e Israele. Gli studenti hanno avuto l’opportunità di confrontarsi con una figura di rilievo e di grande ispirazione e ricevere messaggi di valore significativo. La First Lady ha lasciato un segno profondo, testimoniando con la sua visita l’importanza del dialogo, della consapevolezza e della resilienza.

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