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    ROMA EBRAICA

    Memoranda, partito il viaggio nella Storia di 53 studenti romani

    Lunedì 31 marzo alle 6 del mattino, 53 studenti, carichi di emozioni e aspettative, si ritrovano per dare inizio alla quarta edizione del progetto #Memoranda, un’esperienza che li accompagnerà nel cuore della Storia. Promosso e organizzato dall’Undicesimo Municipio di Roma, il progetto coinvolge gli istituti secondari di secondo grado del territorio. Dopo un lungo viaggio che sembra non finire mai, finalmente arriviamo alla prima tappa: il campo di concentramento e transito di Fossoli, vicino a Carpi, in provincia di Modena.
    “Auschwitz comincia qui, non da un’altra parte”: sono le parole con cui inizia il percorso, che segnerà profondamente ciascuno studente. Costruito nel 1942 dal Regio Esercito come prigione per soldati nemici, nel dicembre del 1943 il campo venne trasformato dalla Repubblica Sociale Italiana in un luogo di detenzione per ebrei. Nel 1944, le SS lo resero un campo di transito, utilizzato per smistare i prigionieri diretti ai lager nazisti. “C’erano i politici, il loro crimine era resistere, e poi gli ebrei, il loro crimine era esistere”: in questo racconto ogni parola sembra pesare come un macigno.

    Dopo la fine della guerra, il sito venne riconvertito a uso civile e rimase attivo fino agli anni Settanta, quando venne abbandonato. Nel 1984, il Comune di Carpi acquisì il campo e lo trasformò nel Museo Nazionale della Deportazione, per preservare la memoria storica di ciò che era accaduto in quel luogo.
    Oggi il campo non è solo un sito storico, ma un luogo che invita alla riflessione più profonda. Chi vi arriva non può fare a meno di percepirne la carica emotiva. I ragazzi, immersi nel silenzio, ascoltano ogni parola con un rispetto che sembra riempire l’aria. Ogni frase pronunciata diventa una testimonianza viva, un frammento di storia che prende forma davanti ai loro occhi. Il passato sembra tornare a vivere, con ogni pietra e ogni angolo del campo che raccontano una storia ancora da ascoltare.

    Con le parole che continuano a risuonare dentro di loro, i visitatori si dirigono verso il Museo del Deportato Politico e Razziale. Inaugurato nel 1973, è uno dei memoriali più significativi a livello internazionale, apprezzato per la sua forza comunicativa e per le scelte stilistiche uniche. Progettato negli anni Sessanta dallo studio BBPR (Banfi Belgiojoso Peresutti Rogers), il museo è il frutto dell’impegno civile di artisti che furono testimoni diretti degli eventi che raccontano.
    Con un approccio antiretorico e simbolico, il museo presenta in tredici sale la drammatica storia della deportazione, mettendola in una prospettiva universale come espressione della violenza umana. “Nessuno può descrivere così bene un sommerso, se non un sommerso stesso” viene detto, e in quel momento tutti capiscono che, pur non avendo vissuto questi eventi in prima persona, sono ora diventati portatori di memoria.
    E mentre la prima giornata giunge al termine, sentono che il viaggio è appena iniziato.

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