È incentrato sulla figura di
Lodovico Mortara (1855-1937), il libro di Massimiliano Boni presentato al Museo
Ebraico con l’ausilio della libreria ebraica Kiryat Sefer. Alla presentazione
del libro la partecipazione dell’autore, e gli interventi della presidente della
Comunità ebraica romana Ruth Dureghello, del Rabbino capo Di Segni, dell’assessore
alla cultura UCEI David Meghnagi, e del giurista e docente universitario di
Storia del Diritto medievale e moderno. Mario Caravale.
“Il figlio del rabbino” è l’appellativo
che dona il nome al volume, ma come sottolineato all’evento, non fu certo
questa l’unica caratteristica dell’eminente protagonista. Fu infatti avvocato,
docente universitario, magistrato e politico, il figlio del Mantovano Rav Marco
Mortara. Ottenne già giovanissimo, nel 1886, dopo la pubblicazione di un pamphlet di politica
del diritto, la cattedra di Procedura Civile e Ordinamento Giudiziario presso
la prestigiosa Università di Pisa;
per dedicarsi poi ad una carriera di parlamentare e membro di commissioni
ministeriali – cui si deve una ricca attività riformatrice- divenendo nel 1919–1920 ministro della
giustizia con il primo governo Nitti.
Chiamato in magistratura per “meriti insigni”, divenne membro della Corte di Cassazione e, successivamente, Primo Presidente della Corte d’appello di Ancona, Procuratore Generale a Palermo e, fino al 1923, quando il neonato regime fascista gli impose il pensionamento anticipato, Primo
Presidente della Corte di cassazione di Roma.