L’ospedale israelitico di Roma, che si è adattato ad inizio pandemia per affrontare l’emergenza sanitaria diventando a tutti gli effetti “ospedale Covid”, ha ospitato nel tardo pomeriggio di ieri l’accensione della Chanukkià nel proprio cortile. Un gesto che da speranza, conforto, per portare la luce in quel luogo che ha vissuto tanta sofferenza, per ringraziare tutto il personale sanitario che ha lottato, e lotta tutt’oggi, in prima linea contro il virus. All’evento hanno preso parte i vertici comunitari e svariati medici ed infermieri, ebrei e non, che si sono raccolti idealmente intorno a quelle luci di speranza. Molti sono quelli che non hanno potuto partecipare perché in servizio, ma anche a loro è andato il pensiero nei vari discorsi che hanno anticipato l’accensione. “Accendiamo la Chanukkìa ed illuminiamo, con un po’ di luce, questa città da un luogo in cui, attraverso le cure mediche sanitarie fornite dai nostri operatori, la luce si dirama e diventa vita. Il mio vuole essere un augurio, a tutti quanti i malati e alle persone che in questo momento hanno bisogno, di trovare sulla loro strada medici ed assistenti sanitari che se ne occupino nella maniera giusta e doverosa”, ha dichiarato la presidente CER, Ruth Dureghello. Dopo l’accensione, sono seguiti i canti tipici della tradizione ebraica, ed infine la distribuzione dei dolcetti tipici della festa di Chanukkà.