Un incontro dedicato al tema dell’antisemitismo, perché è necessario parlarne, soprattutto tra i più giovani per comprendere il presente e conoscere la storia. Lo hanno chiesto gli studenti del liceo ebraico di Roma “Renzo Levi”, che hanno organizzato un’assemblea di istituto per conoscere meglio e poter combattere il fenomeno dell’antisemitismo. Ospiti dell’incontro il direttore di Shalom Ariela Piattelli e lo studioso e scrittore, tra l’altro firma del giornale edito dalla Comunità ebraica di Roma, Ugo Volli.
“Abbiamo voluto organizzare questo incontro perché sentiamo l’esigenza, soprattutto in questo momento storico, di acquisire ancor di più gli strumenti per affrontare e combattere l’antisemitismo – ha spiegato uno degli organizzatori –. Dobbiamo essere consapevoli di ciò che sta avvenendo: l’uso distorto di parole come “genocidio” ad esempio ci preoccupa”.
L’assemblea è iniziata dall’attualità, con la lettura di lanci di agenzie che riportano gli episodi di antisemitismo avvenuti in Italia, in Europa e nel mondo a partire da subito dopo il 7 ottobre. “Abbiamo iniziato dalla “fine” – ha spiegato agli studenti Ariela Piattelli –. Un elenco impressionante di aggressioni, atti vandalici, avvenimenti che sfiorano i “pogrom”, come l’assalto all’aereo arrivato da Tel Aviv in Daghestan. Tutti avvenuti dopo il massacro jihadista del 7 ottobre. Da allora gli episodi di antisemitismo sono aumentati in modo vertiginoso, ma la guerra ne è solo il pretesto, le radici dell’odio anti ebraico sono profonde e lontane nel tempo”.
“L’idea del genocidio nasce con la Shoah, che aveva l’obiettivo di distruggere il popolo ebraico. E non ci sarebbe stata la Shoah senza l’antisemitismo, che aveva l’obiettivo di uccidere tutti gli ebrei, uomini, donne e bambini, senza distinzioni. – ha sottolineato Ugo Volli, prima di iniziare assieme ai ragazzi “un viaggio” dalle origini dell’antisemitismo, sino ai giorni nostri.
“Noi (ebrei) siamo rimasti noi stessi lungo i secoli, fedeli della nostra identità. La diffidenza implicita verso gli ebrei a partire dai grandi imperi è causata proprio da questo, ovvero dalla capacità del popolo ebraico di rimanere se stesso.” – ha spiegato Volli, offrendo un’interpretazione personale delle cause dell’antisemitismo.
Dalla calunnia del sangue, passando per i massacri e i pogrom, fino ad arrivare alla Shoah e poi ancora gli avvenimenti di oggi, il massacro del 7 ottobre avvenuto per mano di Hamas in Israele, Volli ha illustrato agli studenti le principali manifestazioni e la continuità dell’antisemitismo lungo la storia, mostrando anche come l’iconografia antiebraica, anche quella attuale, sia figlia dello stesso immaginario dell’odio e del pregiudizio. “Ciò che avete ascoltato sull’iconografia antisemita è uno strumento utile per comprendere l’impatto del linguaggio dell’odio dilagante sui social, che procede soprattutto per immagini. Un mondo a voi vicino ma che trova ispirazione nella notte dei tempi dell’odio antisemita”, ha commentato Piattelli.
Durante l’incontro ci si è soffermati sulla definizione dell’antisemitismo dell’IHRA (International Holocaust Remembrance Alliance) dove nell’elenco stilato delle definizioni del fenomeno si legge: “Fare paragoni tra la politica israeliana contemporanea e quella dei nazisti”.
“Ma antisemitismo e antisionismo sono la stessa cosa?” chiede uno studente. “La parola antisemitismo viene inventata in Europa come sinonimo di “odio per gli ebrei” – ha risposto Volli . “Attraversate le varie fasi, imperialista, religiosa, razziale, oggi sì, l’antisionismo è la forma più attuale dell’antisemitismo. Ma attenzione, le vecchie forme no spariscono…”.