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    ROMA EBRAICA

    L’abbraccio della Comunità ai genitori di Or Lamishpachot. L’Hakhnasat Sefer per la memoria dei caduti d’Israele

    La Comunità Ebraica di Roma si è stretta una volta ancora allo Stato d’Israele, dedicando alla memoria dei soldati caduti in tutte le guerre dei suoi quasi 76 anni di esistenza un Sefer Torah ripristinato all’uso. Una cerimonia che ha unito gioia e dolore, come spesso accade nelle ricorrenze religiose. Tra queste la festività di Purim, durante la quale dal 2016 la Keillà accoglie i partecipanti di Or Lamishpachot, un’organizzazione nata con lo scopo di regalare momenti di svago e spensieratezza a genitori israeliani che hanno perso un figlio in attentati palestinesi o durante il servizio militare. L’evento è stato organizzato proprio in occasione dell’arrivo di 55 di loro nella Capitale, prima nel cortile delle Scuole Ebraiche, dove insieme a Rav David Sessa hanno scritto le ultime lettere sul Rotolo, poi in un Tempio Maggiore gremito e scaldato dall’abbraccio commosso degli ebrei romani. Nel mezzo, un tragitto di canti e balli, con il Sefer alla testa di un corteo di persone di tutte le età riversatosi per le strade del Quartiere Ebraico.
    Ai genitori di Or Lamishpachot è stato dato l’onore di salire sulla Tevà e di portare in braccio i Sefarim nei tradizionali giri intorno alla Sinagoga, poi i canti dei bambini delle Scuole e i discorsi istituzionali del Rabbino Capo di Roma Rav Riccardo Di Segni e del presidente della Comunità Victor Fadlun, che hanno ribadito il legame tra la Diaspora e lo Stato d’Israele e l’unione nella sofferenza per lo scoppio della guerra dopo i fatti del 7 ottobre.
    “Non c’è un limite al dolore che ci unisce per ogni caduto in difesa della nostra Israele – ha ribadito Fadlun – Il vostro dolore è il nostro. L’amore che possiamo cercare di trasmettervi è unità, fede, forza, tutto ciò che tentiamo di mettere per lenire la sofferenza, per portare la luce nel buio, la vita nella morte e la felicità nel dolore”.
    In conclusione, le parole di ringraziamento di Irit Oren Gunders, fondatrice e presidente di Or Lamishpachot, del Colonnello Liad Zak, addetto per la Difesa dell’Ambasciata in Italia, e di Riccardo Pacifici, organizzatore del progetto a Roma.
    “Roma ha dimostrato di riuscire ad essere accogliente e calorosa – ha sottolineato Pacifici -Piangiamo con loro. Il 7 ottobre è stato uno spartiacque tra il mondo libero e il mondo del terrore. Sarà una battaglia lunga, ma la vinceremo, come ha sempre dimostrato la storia del popolo ebraico”.

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