Edith Bruck è una scrittrice, poetessa e regista Ungherese naturalizzata italiana. Nata il 3 maggio 1932 in una povera famiglia ebraica, durante la seconda guerra mondiale viene deportata ad Auschwitz (internata con il numero 11152), passando anche per altri campi come Dachau e Bergen-Belsen, dal quale fu liberata il 5 aprile 1945. Amica stretta di Primo Levi, che la chiamò quattro giorni prima di suicidarsi. Sulla sua morte Edith sostiene che non avesse il diritto di farlo, perché la vita di una persona non appartiene solo ad essa, ma anche a chi fa parte della sua storia. Un difficile viaggio di ritorno, gli abitanti del villaggio “Tiszakarád”, nel quale viveva prima della deportazione, avevano cacciato gli ebrei, la sua casa era stata distrutta. Da qui la decisione di emigrare verso Israele, dalla quale però andrà via per stabilizzarsi a Roma dove tutt’oggi risiede. Si sposa con Nelo Risi, regista italiano, al quale dedica il suo ultimo libro, “Ti lascio dormire”, presentato ieri sera presso il Museo Fondazione della Shoah alla presenza di Mario Venezia, della Presidente CER, Ruth Dureghello, e della moderatrice dell’incontro Simona Branchetti. Il titolo prende spunto da una frase pronunciata dall’autrice tempo fa, quando, alzandosi dal letto, si voltò verso il lato del letto del marito, ormai vuoto, e gli disse “Io devo andare, ma ti lascio dormire”. Un libro che racconta la loro relazione, ma che tratta anche di temi sociali, politici e storici.