Un gruppo di giovani in giacca e cravatta: sembrano tutti professori. E invece, no: la professoressa è la donna al centro e gli altri sono i ragazzi dell’Istituto Tecnico Superiore Israelitico a Roma nell’anno scolastico 1939-1940. Come si vestiva diversamente allora rispetto a oggi! Si tratta di un album fotografico conservato nel fondo fotografico dell’Archivio Storico della Comunità Ebraica di Roma “Giancarlo Spizzichino”, riguardante alunni e insegnanti dell’Istituto Tecnico Superiore della Scuola Media Israelitica (a.s. 1939-1940, 1940-1941, 1941-1942, Classi II-IV).
Sono foto che raccontano momenti sia all’interno, ad esempio lo scatto dell’insegnante della classe IV dell’ITS con il ritratto di Mussolini appeso al muro (13 maggio 1942), sia all’esterno, come la gita dei ragazzi sul laghetto di Villa Borghese.
Queste immagini sono state scattate durante la persecuzione contro gli ebrei, durante la guerra, in momenti di serissima preoccupazione, ma gli studenti, come più volte affermato nelle testimonianze, trovarono all’interno della scuola ebraica una “bolla”, un ambiente che per un po’ li distrasse dal mondo circostante e gli permise momenti spensierati e goliardici.
Il governo fascista, a partire dal 1938, aveva espulso studenti e insegnanti ebrei, ma aveva concesso alla Comunità di istituire le proprie scuole fino al diploma, creando anche alcune classi con soli ebrei in quegli istituti in cui la loro presenza era numerosa (Pestalozzi a via Montebello, Di Donato in via Bixio, IV Novembre in via Volta, Michele Bianchi – ora Battisti – alla Garbatella, Umberto I a via Cassiodoro, la scuola di via S. Ambrogio che fece capo prima alla Felice Venezian sita in via Portico d’Ottavia e poi alla Trento e Trieste in via dei Giubbonari). Ciononostante, la scuola elementare ebraica “Vittorio Polacco”, già istituita nel 1924 vicino all’area dell’ex ghetto, dall’altra parte del Tevere, rivestì in questo momento così delicato un ruolo chiave per insegnare ai bambini le basi dell’ebraismo e per dare loro una formazione di base. A Roma, dopo la fine del ghetto, avvenuta nel 1870 grazie all’entrata dei bersaglieri nella città e alla perdita del potere temporale del Papa, gli ebrei erano andati ad abitare in varie parti di Roma, ma l’area dell’ex ghetto, con la costruzione del Tempio Maggiore (inaugurato nel 1904 alla presenza del re Vittorio Emanuele III, colui che 34 anni dopo avrebbe firmato le leggi razziste) restò il riferimento della vita ebraica.
Gli studenti ritratti nelle foto frequentavano le Scuole Medie Israelitiche, esistenti dal 23 novembre 1938 al 1946, suddivise in 7 indirizzi: Scuola Media unica, Ginnasio inferiore e superiore, Liceo Classico, Liceo Scientifico, Istituto Tecnico inferiore e superiore, Istituto Magistrale inferiore e superiore, Scuola di Avviamento commerciale. Tra il 1938 e il 1940 furono situate nella villetta costruita nel 1913 a via Celimontana (il 24 novembre 2008 vi fu apposta un’iscrizione commemorativa). Dal 1940 l’Istituto Tecnico fu spostato all’ultimo piano dell’edificio che ospita la sinagoga a via Balbo; altre classi delle Scuole Medie furono poste a Lungotevere Sanzio presso gli Asili israelitici. Dal 1938 al 1943 fu Preside delle Scuole Israelitiche Nicola Francesco Cimmino (1908-1994) che, malgrado la situazione, spronò gli studenti a impegnarsi nello studio proprio per dimostrare a tutti gli altri quanto erano bravi, in una sorte di “gara intellettuale”, lasciando loro un buon ricordo.
La creazione della scuola ebraica è un altro dei tanti esempi di resilienza attuati dalla Comunità Ebraica di Roma che vanta una presenza continuativa sul territorio da più di 2.200 anni e ha sempre contribuito alla crescita dell’Italia sotto vari aspetti, senza smettere di combattere per la propria esistenza e identità, malgrado 315 anni di ghetto e le persecuzioni nazifasciste.