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    La preghiera collettiva dell’ebraismo romano

    Sono centinaia gli ebrei che nel Tempio Maggiore Roma hanno partecipato alla preghiera collettiva per l’iniziativa Izkor, ricordo, per commemorare i circa 800 ebrei romani che il 23 ottobre 1943, una settimana dopo il rastrellamento del 16 ottobre, vennero uccisi nelle camere a gas all’arrivo ad Auschwitz. Ad unire i presenti nella solennità del momento anche il pensiero rivolto a Israele e al difficile momento che sta vivendo, che coinvolge tutti gli ebrei del mondo.

    “È la prima volta che lo facciamo, perché prima non eravamo a conoscenza dei dettagli – spiega il Rabbino Capo Riccardo Di Segni – Lo facciamo in una data tragica, il 9 ottobre, giorno dell’attentato palestinese alla Sinagoga di Roma che uccise il piccolo Stefano Gaj Taché”.

    Le date del dolore si accavallano fra loro creando un sentimento unico di dolore. Si commemora il passato, guardando con emotiva difficoltà al male che bussa alle porte dell’occidente, in Israele. Di fronte alla guerra, dalla diaspora si leva il canto delle preghiere, del “Ani Maamim” e di altri Salmi.

    “Fra i deportati dal Ghetto di Roma vorrei ricordare una bambina di due anni, Fortunata Vivanti – interviene il Presidente della Comunità ebraica di Roma, Victor Fadlun – Oggi ricordiamo il suo nome assieme a quello del piccolo Stefano, della stessa età. Il nostro compito è quello si creare una rete di protezione attorno alla Comunità, senza aver paura: non gliela daremo vinta”.

    Restare uniti davanti alle avversità. La preghiera diventa il richiamo alle armi della diaspora, con i salmi che invocano protezione divina. Letture specifiche sono state dedicate ai feriti, ai deceduti e agli ostaggi, con l’augurio che possano tornare presto a casa. La voce di Israele è stata direttamente portata dal suo Ambasciatore presso l’Italia, Alon Bar: “Ora come mai è fondamentale essere uniti contro il terrorismo e supportare il diritto e il dovere di Israele a difendersi. Il popolo ebraico ha superato tante sfide, ce la faremo”.

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