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    La Memoria della Shoah e la testimonianza. Una giornata di approfondimento al Convitto Nazionale

    Martedì 14 gennaio presso l’Auditorium “Giovanni Paolo II” del Convitto Nazionale “Vittorio Emanuele II”, si è tenuto l’ormai consueto Giorno della Memoria, occasione nel quale l’istituto dà la possibilità ai propri studenti di ascoltare le testimonianze dei sopravvissuti e discutere con gli esperti di ciò che è accaduto durante la Shoah. Presenti oltre a Tatiana Bucci, ospite d’onore della giornata organizzata dalla Professoressa Stefania Buccioli, anche la Presidente della Comunità Ebraica di Roma, Ruth Dureghello, l’Assessore alla Cultura, Giordana Moscati, e Mario Venezia, Presidente della Fondazione Museo della Shoah.

    Ad aprire la mattinata i saluti del Rettore, il Professor Paolo Reale, e della Presidente Ruth Dureghello, che hanno ricordato l’importanza delle testimonianze dei sopravvissuti. “Cercate di essere voi stessi memoria, non pensate che delegando la vostre responsabilità ad altri avrete liberato le vostre coscienze”, questo il monito lanciato dalla Presidente ai ragazzi del Convitto.

    Dopo i consueti saluti istituzionali, la parola è passata a Tatiana Bucci, che insieme al Professor Umberto Gentiloni Silveri, ha raccontato la sua storia, quella della sorella Andra e quella del cuginetto Sergio, che furono deportati ad Auschwitz, dal quale tornarono vive solamente le sorelle Bucci.

    La testimonianza, quella delle due sorelle, che è diventata anche un libro il cui titolo “Noi, bambine ad Auschwitz” attraverso il quale si fa luce su quanto accadeva ai bambini durante la Shoah, storie che come ricorda Tatiana Bucci “dei bambini si parlava poco”, infatti come sottolineato oltretutto dal professor Gentiloni, curatore tra l’altro del libro, quella dei bambini che vivevano nei campi di sterminio, come oggetti di esperimenti, è una scoperta piuttosto recente e poco conosciuta. Da qui la volontà di voler raccontare le proprie sofferenze durante la prigionia ad Auschwitz, all’interno del quale le sorelle Bucci, salve perconsiderate gemelle, furono vittime degli esperimenti di Mengele.

    Al termine della testimonianza, a prendere la parola prima delle varie attività realizzate dagli studenti del Convitto, è stato Mario Venezia, il quale ha ribadito quanto sia importante la memoria, facendo presente ai ragazzi la triste vicenda delle playlist di Spotify con titoli antisemiti o inneggianti ad Hitler. Riguardo a quest’ultimo, si domanda: “Come è possibile che ci sia ancora qualcuno che inneggi ad Hitler?”. Un quesito questo, a cui è difficile dare una risposta.

    Finito il suo intervento il Presidente della Fondazione Museo della Shoah, ha regalato una targa alla Professoressa Buccioli, come riconoscimento del suo “prezioso e costante impegno nel mantenere viva la Memoria”.

    Diversi i modi attraverso il quale i ragazzi del Convitto Nazionale hanno deciso di far loro ciò che è accaduto durante la Shoah. Dalle riflessioni, a brani tratti dal “Diario di Anna Frank”, passando per canzoni come “Beautiful That Way” da “La vita è bella”, fino ad arrivare alla chiusura della Giornata della Memoria con un’emozionante coreografia dal titolo “Io rivivo”.

    Prima di ritornare nelle classi, è stata data la possibilità ai ragazzi di farsi autografare il libro da Tatiana Bucci.

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