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    ROMA EBRAICA

    La Giornata Europea della Cultura Ebraica a Roma: la famiglia come nucleo per la costruzione individuale e collettiva

    Perno dell’identità ebraica, fulcro della vita spirituale, etica e sociale, luogo principale dove vengono trasmessi valori religiosi e morali, dove si preserva il passato e si costruisce il futuro. La famiglia è il tema guida della venticinquesima edizione della Giornata Europea della Cultura Ebraica. Per l’occasione la Comunità Ebraica di Roma, con il Patrocinio della Regione Lazio, dell’Assessorato alla Cultura del Comune di Roma, dell’Ambasciata d’Israele in Italia e dell’Istituto Treccani, ha organizzato una serie di appuntamenti, aprendo le proprie porte per offrire al pubblico l’opportunità di immergersi nella sua storia, cultura e tradizione, con particolare attenzione al ruolo della famiglia e delle singole famiglie capaci di fare la differenza.

    “Raccontare ogni anno la nostra storia da un angolo diverso e con un tema specifico è rendere edotto tutto il Paese della nostra cultura e della nostra identità – sottolinea la vicepresidente e assessore alla Cultura della Comunità Antonella Di Castro – Noi siamo orgogliosamente italiani e fieramente ebrei. Della nostra cultura facciamo un vessillo, è importante diffonderla, più che mai di questi tempi”.

    La Giornata si è aperta con i saluti istituzionali ai Giardini del Tempio del Presidente Victor Fadlun, che ha innanzitutto ricordato l’importanza della trasmissione religiosa partendo dalla frase contenuta all’interno della preghiera dello Shemà “e lo insegnerai ai tuoi figli”, anticipando poi il contenuto delle mostre al Museo Ebraico e sulla cancellata del Tempio Maggiore. Sono storie di famiglie, che secondo Fadlun portano con sé il messaggio che la vita deve andare avanti a tutti i costi, anche nei momenti più tragici.

    “Questo è un consiglio che sentiamo di dare con tutto l’amore alla nostra Italia, in questi momenti in cui la gente ha quasi paura di fare famiglie. Invece no, bisogna credere in un futuro migliore, andare avanti e costruirne di nuove, fare figli”.

    Il pensiero del Presidente della Keillà romana si è infine soffermato sulle “famiglie sospese”, quelle che hanno i loro appartenenti prigionieri nei tunnel di Hamas.

    “Li vogliamo indietro e non ci rassegniamo a nessun costo. Li vogliamo a casa”.

    Sul punto è intervenuta anche l’assessore alla Cultura, alle Pari Opportunità, alle Politiche Giovanili e della Famiglia e al Servizio Civile della Regione Lazio Simona Renata Baldassarre, presente all’apertura della giornata.

    “Israele ha il diritto di esistere e di difendersi. È importante ribadirlo a ridosso del 7 ottobre, in un periodo storico in cui purtroppo c’è chi festeggia quel pogrom definendolo l’avvio di una rivoluzione”.

    L’assessore Baldassarre ha inoltre ricordato il contributo degli ebrei al patrimonio culturale italiano ed europeo e la loro plurimillenaria presenza nella città di Roma.
    “Gli ebrei, che giungono a Roma già nel II secolo a.C. per gli scambi commerciali e poi dopo la seconda distruzione del Tempio (di Gerusalemme, N.d.R.), sono più romani di tanti romani – ha ricordato – L’Europa, l’Italia e Roma devono tanto alla cultura ebraica. Una cultura che non è solo passato, ma anche futuro, come dimostrano i tanti talenti delle start up e delle nuove tecnologie”.

    Dopo i saluti, l’ingresso nel vivo della Giornata con il panel “La famiglia nell’ebraismo: storie bibliche e vita degli ebrei di Roma nel 120° anniversario del Tempio Maggiore”. Il Rabbino Capo di Roma Rav Riccardo Di Segni e la statistica Linda Laura Sabbadini, con la moderazione del direttore del Dipartimento Beni e Attività Culturali della Comunità Ebraica di Roma Claudio Procaccia, hanno discusso del ruolo della famiglia nella sua evoluzione religiosa e sociale.

    Nel frattempo, i tanti turisti si sono riversati anche nei luoghi di cultura del quartiere ebraico per i numerosi eventi in programma, tutti a ingresso libero. Al Museo Ebraico di Roma le due mostre “La famiglia Del Monte nei secoli. Arte, storia e memoria” e “Legami. Ritratti familiari di artisti ebrei del Novecento”, sulla cancellata della Sinagoga l’esposizione fotografica “Centoventi anni di matrimoni al Tempio Maggiore: famiglia e tradizione degli ebrei di Roma”, all’Ospedale Israelitico e Oratorio Panzieri-Fatucci “La famiglia del Tempio dei Giovani. Da Sinagoga dei malati a centro per giovani e turisti”, con il Responsabile del Tempio e presidente del Bené Berith Roma Sandro Di Castro e il responsabile Comunicazione e Ufficio Stampa dell’Ospedale Israelitico Ruben Spizzichino, al Centro di Cultura Ebraica l’Open Day di lingua ebraica biblica e moderna con le insegnanti Hora Aboav e Alumà Mieli. Poi le visite guidate al Museo Ebraico, al Tempio Maggiore e Spagnolo, all’Archivio Storico, alla Fondazione Museo della Shoah e nell’area dell’ex Ghetto. A seguito della tavola rotonda con Rav Di Segni e Linda Sabbadini, nei Giardini del Tempio si sono sviluppati per il resto della giornata i panel “Il Diario di Anna Del Monte (1749), un raro ‘libro di famiglia’ ebraica romana”, con la storica Martina Caffiero e il direttore del Museo Olga Melasecchi, “Storie di famiglia nell’arte contemporanea”, con l’ingegnere Piera Levi Montalcini e la scrittrice Carmen Llera Moravia, moderato dalla direttrice del Centro di Cultura della Comunità Ebraica di Roma Giorgia Calò, e “America, Israele, Italia, Cina, genio letterario ed epopee familiari”, con lo scrittore Paolo Di Paolo e l’amministratore della casa editrice Giuntina Shulim Vogelmann, moderato dalla giornalista Lara Crinò.

    La Giornata si è conclusa a Largo 16 Ottobre con “Lo parentato”, reading di sonetti giudaico-romaneschi di Crescenzo Del Monte, recitati da Sandro Di Castro, introdotti dal professor Marcello Teodonio e con la consulenza dell’archivista Micaela Procaccia.

    Una ricca giornata di appuntamenti per la Giornata Europea della Cultura Ebraica, anche nella Sinagoga di Ostia Antica, dove si è tenuta nella mattinata una visita guidata a cura del professor Cesare Terracina. Momenti per ricordare ancora una volta l’apporto dell’ebraismo romano alla cultura italiana e l’importanza che la cultura stessa riveste per la formazione dell’individuo e della collettività.

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