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Ultimo numero Novembre – Dicembre 2024

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    La centralità della comunicazione ed il ruolo svolto da Shalom. Lo spiega il vicepresidente della Comunità, Ruben Della Rocca

    L’’arrivo di Rosh Hashanà porta alle consuete riflessioni sull’anno appena concluso. Per questo 5780 il pensiero va inevitabilmente agli ultimi mesi, da quando, a fine febbraio, la diffusione del Covid-19 ha travolto le nostre vite personali e la vita comunitaria.

    In questi mesi ci sono stati degli sforzi enormi che hanno evidenziato la compattezza della nostra comunità – racconta a Shalom Ruben Della Rocca, Vice Presidente e Assessore proprio a Shalom – La coesione è partita dalla Giunta, dal Consiglio, dall’Unità di Crisi, che hanno collaborato alacremente e costantemente per fronteggiare l’emergenza che per alcuni aspetti ancora non è finita. Fondamentale è stato il ruolo del Volontariato e della Deputazione, i cui membri sono stati dei veri e propri angeli che hanno portato conforto morale e aiuti materiali a chi ne aveva bisogno, soprattutto nei mesi del lockdown. Per la parte sanitaria due medici meritano una menzione particolare: la professoressa Elvira Di Cave e il dottor Massimo Finzi, che, anche tramite Shalom, hanno dedicato e stanno dedicando tempo e passione a spiegare quale fosse la situazione e quali fossero comportamenti e misure da tenere. Supporto è arrivato anche dall’AME – Associazione Medica Ebraica, come abbiamo potuto apprezzare con la grande mole di lavoro svolta all’inizio dell’anno scolastico”.

    Proprio la scuola rappresenta uno dei punti cardine della nostra comunità: quale messaggio lanciare in questo momento così delicato di ripresa?

    Ho assistito al primo giorno di scuola: mi piace definirlo giorno della speranza, come simbolo di ritorno alla vita, sia per i ragazzi, sia per la nostra comunità. Le scuole ebraiche rappresentano il fulcro della vita comunitaria e il nostro primo pensiero come dirigenza comunitaria è accompagnare i giovani nella loro formazione”.

    Qual è stato il ruolo di Shalom di fronte alla pandemia?

    La redazione Shalom si è inserita con abnegazione in questo difficile contesto, per questo voglio ringraziare il Direttore e tutti i collaboratori che si sono impegnati nel lavoro. Durante i mesi di lockdown, Shalom non ha mai fatto mancare i continui aggiornamenti sul proprio sito e sui social, oltre all’appuntamento settimanale con il TG (unico per quanto riguarda l’Italia ebraica) e ai Talk che hanno proposto interessanti approfondimenti. Nei diversi format sono stati intervistati i vari consiglieri della Comunità, che voglio ringraziare, e sono intervenuti ospiti esterni del calibro del giornalista Franco Di Mare, lo storico Umberto Gentiloni e il Presidente di Sant’Egidio Marco Impagliazzo. È stata fatta luce sulle attività portate avanti dalla scuola con la didattica a casa, dal centro di cultura con l’adesione a “La cultura non si ferma”, dai ragazzi del Volontariato che hanno aiutato tante persone bisognose, dalla libreria Kyriat Sefer che ha proseguito online la vendita di libri, dal museo ebraico che si è digitalizzato, oltre a tante altre iniziative costruite in un momento di difficoltà per tutti. Inoltre Shalom, avvalendosi della collaborazione di Stefano Fiano che ringrazio ancora, ha provveduto alla stesura del vademecum che ha guidato molti nostri iscritti a orientarsi in un momento di confusione generale. In breve, Shalom ha svolto un servizio pubblico fondamentale e ha dato aggiornamenti costanti”.

    Quali sono i propositi per Shalom per il prossimo anno?

    Il nuovo progetto Shalom è partito appena due anni fa, ma la crescita soprattutto negli ultimi mesi è stata esponenziale. Shalom è una testata che vive da 53 anni ed è riuscito a rilanciarsi e a modernizzarsi con un processo di digitalizzazione estremamente efficace, testimoniato soprattutto da Shalom Channel, la prima web tv ebraica italiana, e dai Talk, che hanno suscitato grande interesse ed un notevole seguito nelle visualizzazioni. Shalom è ormai media partner di tutte le iniziative comunitarie e non solo; siamo diventati fonte di informazione anche per media nazionali. Adesso vogliamo rilanciare ancora: il nostro futuro sono i giovani, per questo vogliamo avviare una stretta collaborazione con le nostre scuole, al fine di favorire un inserimento dei ragazzi nel mondo del lavoro attraverso la nostra testata. Questo processo non veicola necessariamente verso il mestiere di giornalista: chi ha collaborato in questi anni ha acquisito diverse competenze, come produzione e postproduzione video, gestione dei social media e tanto altro. Gli sbocchi professionali del mondo della comunicazione sono diventati molteplici. Entrando nella scuola cercheremo di coinvolgere i nostri giovani attraverso alcune docenze che potranno venire dall’esperienza dei redattori di Shalom e da professionalità di alto livello”.

    Come si inserisce il tema della comunicazione e dell’informazione nel complesso delle attività comunitarie?
    La comunicazione nel mondo della comunità ebraica di Roma è fondamentale nelle relazioni esterne e nei rapporti interni. Per il primo ambito è il migliore strumento, forse l’unico, per lottare contro antisemitismo, razzismo, movimenti di boicottaggio d’Israele. Con Shalom abbiamo acquisito autorevolezza, come testimoniato da quanti ci seguono non solo da altre città italiane, ma anche dall’estero. Questi risultati ci inorgogliscono e ci caricano di responsabilità: abbiamo una voce che gira per il mondo che dobbiamo alimentare in maniera seria e professionale per combattere le fake news. Proprio le fake news costituiscono il ponte per parlare anche della comunicazione interna: invito tutti i nostri iscritti a non fidarsi troppo delle chiacchiere sui social e sulle chat, ma di affidarsi alle comunicazioni ufficiali dei canali comunitari e a Shalom stesso”.

    La digitalizzazione è il futuro, ma la carta mantiene il suo fascino e molti iscritti sono legati al format tradizionale di Shalom. Qual è la situazione in proposito?

    Nei mesi del lockdown si sono fermate anche le tipografie e il nostro bimestrale (come è diventato il giornale dal 2018) è stato pubblicato solo online. Nel momento in cui è tornata la possibilità di stampare la rivista, ci siamo trovati di fronte a una delicata situazione economica, a causa della quale abbiamo optato per una ripartizione delle spese che favorisse un sostegno alle persone più bisognose e la scuola. L’augurio è che una volta superata questa emergenza Shalom possa tornare a essere stampato e il sogno è che torni a una frequenza mensile. Studieremo poi formule moderne e innovative anche per il cartaceo che si affianchino a un ulteriore potenziamento degli strumenti digitali”.
    Quale sarà il futuro di Shalom?

    Il nostro auspicio è di rendere Shalom un laboratorio di idee e di dibattito, una palestra per giovani che possano ritagliarsi uno spazio ed emulare tanti nomi illustri partiti da qui, come l’attuale direttore de La Repubblica Maurizio Molinari, che proprio con Shalom iniziò la sua carriera. Con questo proposito ed auspicio auguro un caloroso Shanà Tovà alla redazione, ai lettori e alla comunità tutta!

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