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    La bellezza nei musei ebraici italiani. Ai Giardini del Tempio le storie ritrovate in onore di Daniela Di Castro z.l.

    ‘La bellezza nei musei ebraici d’Italia’ è il titolo dell’incontro che si tiene domenica alle 12 nei Giardini del Tempio. Costantino D’Orazio introduce e modera la presentazione del libro ‘Italia Ebraica. Storie ritrovate. Vol. II Scritti in onore di Daniela Di Castro z.l’. con Paolo Coen e Olga Melasecchi. 

    “Ho fra le mani il volume – ha commentato il direttore del MEIS Amedeo Spagnoletto. – Dire che sia bello è poco! Di una eleganza e ricchezza eccezionale, fascinoso e splendido, che fa fare un salto in avanti a tutta la compagine dei nostri musei”. Dora Liscia Bemporad nella prefazione tratteggia il significato di un lavoro corale, in italiano con testo a fronte in inglese, che comprende tredici contributi di altrettanti musei o istituzioni ebraiche nazionali ed estere, frutto di una collaborazione virtuosa di alto valore scientifico, che riserva sorprese e preziose scoperte: “Questo secondo volume è ricco di suggestioni perché si allontana da molti temi tradizionali tipici degli studi sull’arte ebraica, riservando poco spazio alla produzione cerimoniale e dedicandone in maggior misura ad oggetti ugualmente importanti ma nati in altri contesti”.

    Nel 2019 una prima raccolta di scritti era stata dedicata alla memoria della grande studiosa americana Vivian Mann che molto aveva contribuito alla conoscenza e alla valorizzazione del patrimonio ebraico italiano; per questo secondo volume, edito da Artemide, il pensiero condiviso è stato per Daniela Di Castro z.l.  “che ha saputo dare lustro agli studi sull’arte sinagogale – scrive Dora Liscia – e ogni suo sforzo al Museo Ebraico di Roma, sicuramente uno dei più ricchi ed interessanti al mondo”.

    I saggi, tutti accompagnati da un ricco apparato iconografico, seguono la collocazione geografica dei musei ebraici: dal nord al sud Italia, per ampliare poi l’orizzonte all’Israel Museum di Gerusalemme, grazie al contributo di Anna Nizza-Caplan e alla sezione di Judaica Charles and Lynn Schustermann del Museum of Fine Arts di Boston. Proprio la collezione americana è oggetto dello studio di Simona di Nepi che guida i lettori alla riscoperta di due tessuti ebraici italiani. Ogni approfondimento è prezioso e appassionato, una delizia per gli esperti ma anche per chi si avvicina per la prima volta a oggetti legati alle famiglie ebraiche cui sono appartenuti o che li hanno donati.

    Olga Melasecchi, Direttore del Museo ebraico di Roma, cui si deve l’apprezzato e insostituibile lavoro di editing dei saggi, presenta con Lia Toaff l’origine delle fasce con le ‘Storie di Giuseppe’ che fanno parte della collezione tessile del Museo Ebraico di Roma. Marcella Ansaldi conduce i lettori in un inedito racconto sulla scoperta “casuale e felice” di un me’il veneziano seicentesco di grande fascino. I sette cimiteri ebraici della Comunità di Padova sono oggetto dell’approfondimento di Adolfo Locci “un vero e proprio patrimonio, un’anagrafe a cielo aperto”. Il Museo ebraico Fausto Levi di Soragna presenta un prezioso me’il datato 1697 ‘ritrovato’ dopo un intervento di pulitura e consolidamento. Baruch Lampronti scrive di una parokhet “dono di Nina Funini ha-Kohen e opera delle sue mani”, un’opera che denota la perizia manuale dell’autrice e la sua solida conoscenza dei testi della tradizione che, con buona probabilità, venne donata per celebrare l’inaugurazione del Tempio di Torino nel 1884. Daria Carmi offre uno sguardo contemporaneo sulla collezione delle chanukkioth del Museo dei Lumi di Casale Monferrato. Dora Liscia Bemporad tratta della scoperta di due oggetti “esotici” ovvero due cinture che fanno parte del “gran costume” delle spose ebree marocchine lasciate dalla pittrice Franca Corcos. Anna Di Castro illustra l’avvio della sua ricerca sull’Aron haQodesh della Sinagoga di Siena; Fabrizio Lelli ricostruisce virtualmente la Lecce ebraica tardo-medioevale.

    Ritrovare le storie per valorizzare il patrimonio è un invito quanto mai meritorio cui va il plauso incondizionato e l’auspicio di nuove proposte future.

     

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