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    Il ricordo del 16 ottobre trasmesso alle nuove generazioni nel nuovo libro di Lia Levi

    Il rastrellamento del 16 ottobre 1943 degli ebrei di Roma e la successiva deportazione raccontata mediante un compendio di racconti, preceduti da una prefazione inedita: è il nuovo libro di Lia Levi, “Insieme con la vostra famiglia. 16 ottobre 1943 la grande retata di Roma”, recentemente presentato presso la Sala Alessandrina dell’Archivio di Stato di Roma.

    L’iniziativa si è caratterizzata per la sua natura speciale: non è stata una semplice presentazione di un libro, ma un’esperienza coinvolgente e intellettualmente stimolante per alcune decine di studenti del liceo Visconti e del liceo Confalonieri De Chirico che hanno ascoltato il dialogo tra la scrittrice e il direttore dell’Archivio di Stato Michele Di Sivo. Una conversazione informale e al tempo stesso ricca di spunti di riflessione storici, letterari e filosofici intervallati dalle letture tratte dal nuovo volume di Levi e da canti popolari ebraici interpretati da Miriam Magnaghi.

    Sotto la volta affrescata e lo sguardo austero della scultura di Papa Alessandro VII, abbracciati da affascinanti scaffalature lignee ricche di preziosi volumi dell’Archivio, Lia Levi è stata accolta calorosamente da Claudia Ambrosio che ha sottolineato il legame speciale di Levi con l’Archivio di Stato, a cui nel 2008 ha deciso generosamente di donare le sue carte, che in parte sono state scansionate e proiettate durante la mattinata. Ambrosio ha spiegato che l’Archivio di Stato «condivide con Lia Levi l’impegno a conservare la memoria del passato e trasmetterla nel futuro».

    Anche il Direttore Di Sivo ha accolto Levi ricordando che «questa è anche un po’ casa sua. Una parte di lei è qui. È un pezzo di storia del nostro Paese e della nostra cultura ed è qui a raccontarla». Levi, nata a Roma nel 1931 è stata scrittrice, sceneggiatrice e giornalista, fondatrice di Shalom e vincitrice di numerosi premi letterari. Testimone e protagonista della storia del Novecento e del suo periodo più cupo, come evidenziato da Di Sivo: «persone come Lia Levi sono preziosissime perché ci aiutano a capire noi stessi, non solo lei, ma anche noi che siamo figli e nipoti di quel tempo».

    Di Sivo e Levi hanno affrontato domande complesse spesso ancora oggetto di studio, cercando di raggiungere con un linguaggio colloquiale e con il format della conversazione anche i più giovani, che in silenzio e con interesse hanno ascoltato riflessioni sulla funzione della letteratura nella memoria, sulla responsabilità dei tedeschi e degli italiani, sull’occupazione tedesca a Roma, la vicenda dei 50 chili d’oro, le origini delle leggi razziali,  come ha funzionato il consenso al nazismo in Germania e le scelte politiche del dopoguerra.  

    La lettura di ogni brano è stata inquadrata dalla scrittrice. Tra questi, anche storia della stessa Levi. «Quando c’è stata l’occupazione tedesca (è il popolo tedesco che ha fatto guerra e c’erano anche soldati che non erano nazisti) nell’ambiente ebraico c’erano atteggiamenti anche ottimistici. Si pensava che sotto gli occhi del papa i tedeschi non avrebbero mai osato. Le famiglie si muovevano con ottimismo legato alla speranza. Quando c’è stata la vicenda dell’oro la mia famiglia non ci ha creduto. Hanno preso me e le mie sorelle più piccole e ci hanno nascoste in un convento. Noi tre bambine eravamo già in collegio. Ero in seconda media. Una ragazzina affacciandosi dal cortile ha visto mia mamma e ho chiesto di scendere. Mia mamma è scoppiata a piangere mi ha detto che  i tedeschi stavano portando via gli ebrei. A noi avevano detto che  di averci messo nel collegio per prudenza ma in quel momento è crollata la mia fiducia negli adulti».

    Tanti i passi raccolti nel nuovo libro dedicato al tema del 16 ottobre, un volume che attraversa l’attività letteraria di Levi con la semplice profondità artistica in grado di spiegare anche ai più giovani le pagine più drammatiche della storia ebraica italiana del Novecento attraverso vicende d’amore, litigi, momenti di vita quotidiana e famigliare, con protagonisti quelli che all’epoca erano bambini e basta.

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