La festa della Liberazione dal nazifascismo celebrata il 25 aprile è una ricorrenza che sta particolarmente a cuore all’ebraismo italiano.
La prima tappa a Porta San Paolo: in questo luogo simbolico per la lotta partigiana nella Capitale si sono aperte le celebrazioni per il 77° anniversario della Liberazione. Prima il Sindaco Roberto Gualtieri e il Presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti hanno deposto due corone di fiori a nome delle istituzioni che rappresentano. A seguire, è giunta una folta delegazione dell’ebraismo italiano, che ha contribuito con una corona a nome della Comunità Ebraica di Roma e dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane e un’altra a nome del Gruppo Ebraico Volontari. A guidare la delegazione, composta da decine di persone, vi erano la Presidente CER Ruth Dureghello, il Vicepresidente CER Ruben Della Rocca, la Presidente UCEI Noemi Di Segni, oltre a numerosi altri consiglieri e assessori comunitari. Momenti toccanti quando sono stati enunciati i nomi di alcuni componenti della Brigata Ebraica, a cui ha fatto seguito l’intonazione dell’Inno di Mameli.
Subito dopo, le celebrazioni si sono spostate al Museo Storico della Liberazione di Via Tasso. Durante i mesi dell’occupazione nazifascista di Roma (10 settembre 1943 – 4 giugno 1944) questo edificio fu sede del Comando del Servizio di Sicurezza delle SS, sotto la guida del colonnello Herbert Kappler.
Hanno deposto una corona di fiori al suo ingresso il Sindaco di Roma Roberto Gualtieri accompagnato dall’Assessore alla Cultura Miguel Gotor e una delegazione dell’ebraismo italiano, composta dal Rabbino Capo di Roma Riccardo Di Segni, dalla Presidente CER Ruth Dureghello, dal Vicepresidente CER Ruben Della Rocca, dall’Assessore alla Memoria Massimo Finzi, dalla Presidente UCEI Noemi Di Segni.
In conclusione, la Comunità Ebraica di Roma ha partecipato alla manifestazione per il 25 aprile organizzata da Azione e +Europa a Largo di Torre Argentina in collaborazione con numerose associazioni del territorio. L’evento è stato occasione soprattutto per ricordare il contributo alla Liberazione della Brigata Ebraica.
Una giornata intensa e ricca di appuntamenti. Per gli ebrei, infatti, oltre che la conclusione del conflitto, significò la fine di un incubo, iniziato con le leggi razziali e diventato pericolo costante con l’occupazione dopo l’8 settembre 1943, che portò a rastrellamenti, eccidi, deportazioni.
Ma per gli ebrei la ricorrenza ha anche un altro significato, visto che in molti contribuirono attivamente alla liberazione, sia nella Resistenza che con la Brigata ebraica. Tra i mille e i duemila ebrei, infatti, combatterono come partigiani: una percentuale in proporzione assai notevole, tanto più se si pensa alle vessazioni subite in quegli anni.
La Brigata Ebraica, invece, era inquadrata nell’esercito britannico ed era composta da soldati provenienti dal mandato di Palestina: queste truppe ebbero un ruolo rilevante nella liberazione di alcune zone d’Italia, oltre al supporto sociale fornito alle popolazioni liberate.
Queste ragioni hanno incentivato ulteriormente la partecipazione delle istituzioni ebraiche alle iniziative che si sono svolte a Roma.