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    I tanti volti dell’antisemitismo nel nuovo libro di Milena Santerini

    Analizzare le molteplici forme e le declinazioni
    dell’ostilità antiebraica attraverso il contributo di numerosi esperti del
    settore. Questo è l’obiettivo del volume “L’antisemitismo e le sue
    metamorfosi”, una raccolta di saggi curata da Milena Santerini per la casa
    editrice Giuntina, che è stato presentato presso la Casina dei Vallati dalla
    Fondazione Museo della Shoah, in collaborazione con il Centro di Cultura
    Ebraica e la Libreria Ebraica Kiryat Sefer. Una riflessione corale di grande
    attualità in un momento in cui l’antisemitismo si riaffaccia in modo aggressivo
    in tutta Europa.

    A introdurre la serata, Antonella Di Castro, vicepresidente e
    assessore alla Cultura della Comunità Ebraica di Roma, e Mario Venezia,
    presidente della Fondazione Museo della Shoah. “Il 7 ottobre abbiamo capito che
    tutte le strategie elaborate non sono arrivate ancora a colpire
    l’antisemitismo, capace di restare silente e quasi marginale, e poi emergere in
    maniera tragica in ogni sua forma” ha affermato la vicepresidente Di Castro.
    “Non possiamo essere indifferenti, dobbiamo studiare fino a comprendere quale
    possa essere la base comune di tutti questi antisemitismi” ha aggiunto e
    ha sottolineato come “noi siamo qui per confermare l’impegno di ricerca e
    studio costante per prevenire ed estirpare ogni possibile rigurgito”. Per
    Venezia, “la minaccia dell’antisemitismo è quotidiana”, come testimonia la
    presenza della sicurezza, delle forze dell’ordine, di apparecchiature di
    sorveglianza in ogni edificio ebraico. “Questa continua presenza
    dell’antisemitismo ha caratterizzato gli ultimi anni” ha spiegato. “Dobbiamo
    dialogare con i ragazzi” ha sottolineato il presidente, che ha anticipato che
    durante la settimana della Memoria ci sarà la testimonianza di Sami Modiano
    all’Aula Magna del Rettorato della Sapienza.

    A moderare gli interventi Raffaella Di Castro, responsabile
    dell’Area Memoria e Shoah dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, che ha
    sottolineato l’importanza del volume “uscito prima del 7 ottobre”.

    Secondo il professore di Storia Contemporanea Umberto
    Gentiloni Silveri, il libro è un “continuo stimolo a fare attenzione alle
    parole che utilizziamo”. Alla luce dell’attacco terroristico di Hamas, è
    necessario ragionare su questi temi, quanto è accaduto “ci porta a pesare di
    più determinati termini”.

    Anche per il presidente emerito della Corte Costituzionale,
    Giovanni Maria Flick, “a seguito degli eventi del 7 ottobre ci troviamo in un
    cortocircuito, stiamo vivendo un periodo di panpenalismo”. I tragici eventi di
    due mesi fa hanno fatto riflettere tutti i relatori, in particolare la
    presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, Noemi Di Segni, che ha
    spiegato come sia necessario “aggiornare la strategia contro l’antisemitismo”.
    “Anche la stessa definizione IHRA ha bisogno di alcuni ritocchi legali. Gli
    esempi vanno aggiornati, e l’ordine ripensato” ha detto la presidente. “Di
    fronte alle atrocità commesse da Hamas, abbiamo notato una cecità totale. Chi
    condanna Israele non si rende conto della matrice dell’atto e stravolge tutto,
    definendo nazisti gli israeliani” ha proseguito. Alla luce di tutto ciò
    l’Unione, i presidenti delle comunità e le associazioni che fanno Memoria, si
    sono domandate come affrontare il 27 gennaio. “Qualcosa si è spezzato, il ‘mai
    più’ è diventato ‘ancora una volta’” ha sottolineato, ribadendo comunque come
    il 27 gennaio non possa non essere presidiato.

    A chiudere gli interventi, la redattrice del volume, la
    professoressa Milena Santerini, che è stata Coordinatore Nazionale per la lotta
    contro l’antisemitismo, che ha illustrato come l’antisemitismo abbia diverse
    facce, che emergono di volta in volta.

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