Anticamente, all’interno della Comunità Ebraica di Roma, si usava dare dei soprannomi alle persone per un qualche accadimento rimasto nella memoria collettiva di “Piazza” o semplicemente per degli atteggiamenti che quella persona assumeva costantemente. Nomignoli che inesorabilmente venivano cuciti addosso e rimanevano vividi negli anni.
La Deputazione Ebraica di Roma, sotto la presidenza di Angelo Piperno, ne fece anche un libro chiamato “Soprannomi” e utilizzato per fare Tzedaka (beneficenza).
Alcune storie sono rimaste famose ai giorni nostri. Come Alberto Sermoneta, noto come “Magagnetto”, di cui si raccontava che avesse rubato un cannone a “Castel Sant’Angelo” e poi lo restituì. Oppure c’è la storia di Vittoria Perugia, nota come “Contessa Decaduta”. Lei proveniva da una famiglia altolocata di Ancona, sposò un onesto commerciante romano che non navigava nell’oro: nasce da qui il suo soprannome.
Di aneddoti e soprannomi all’interno della Comunità Ebraica di Roma ne esistono tanti, essendo la più antica. Voi ne conoscete qualcuno?