Il filo conduttore della Giornata Europea della Cultura Ebraica 2022 è “Rinnovamento”. Tra i numerosi eventi romani dedicati a questo tema, anche la presentazione del libro “Shabbat Shalom. Il rinnovamento dell’umanità – dialoghi con Riccardo Shmuel Di Segni e David Meghnagi”curato da Dario Coen ed arricchito dalle illustrazioni di Micol Nacamulli. L’evento è stato moderato dalla giornalista Nathania Zevi.
Il libro si propone di spiegare la bellezza e la complessità dello Shabbat, che per il popolo ebraico rappresenta il giorno in cui il Signore riposò dalla creazione del mondo. Così, dal tramonto del venerdì a quello del sabato, gli ebrei cessano ogni attività lavorativa per separarsi dalla quotidianità e riconciliarsi con la natura. Non è possibile usare telefono, vedere televisione, prendere la macchina e compiere tante altre attività. Apparentemente una serie di costrizioni, ma in realtà un percorso profondo e anche molto attuale. E se proprio lo Shabbat offrisse l’occasione di ritrovare il proprio io in un mondo sempre più connesso dai Social?
“Nell’ebraismo non c’è il diritto al riposo, ma il dovere. E siccome dai doveri discendono i diritti, di Shabbat non si deve lavorare” ha spiegato il Rabbino capo di Roma Riccardo Di Segni. Lo Shabbat non funge solo da riposo fisico, ma soprattutto psicologico. Si inserisce, inoltre, in un’ottica collettiva in cui a dover riposare non è solo l’uomo o la donna singolarmente, ma persino chi lavora per essi, finanche gli animali e la natura tutta. Serve a “ricostruire l’equilibrio spezzato dalle competizioni ideologiche degli umani” ha aggiunto il professor Meghangi.
Un giorno che interrompe la linea del tempo restituendo l’uomo alla natura. Per questo l’augurio più frequente, che dà il titolo al libro, è di “Shabbat Shalom”, uno Shabbat di pace.