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    ROMA EBRAICA

    Ghil Zaav: incontri e iniziative per una nuova giovinezza degli anziani

    In una società che troppo spesso sembra trascurare i suoi anziani, relegandoli ai margini, esiste una realtà che si erge come un raggio di luce: un rifugio di affetto che trova spazio nel cuore della nostra comunità. Si tratta di Ghil Zaav, un’iniziativa che ha ridato significato e vitalità ai pomeriggi di oltre cinquanta membri della nostra comunità, tutti con più di sessantacinque anni. Grazie a Ghil Zaav, progetto nato per iniziativa del Bet Michael e Shirat Hayam con il patrocinio e il sostegno di Claims Conference, Deputazione Ebraica e Casa di riposo, gli anziani si ritrovano regolarmente per un appuntamento diventato imprescindibile per tutti.

    Loretta Kajon, organizzatrice del servizio civile, racconta con entusiasmo che l’idea è nata da un’intuizione di Valentina Fonzo e Riccardo Pacifici, ed è rivolta ai nostri z’keinim, gli anziani, che da mesi arricchiscono i pomeriggi con la loro presenza e cordialità. Questo progetto non rappresenta solo un’opportunità di incontro, ma anche un’occasione per rinnovare e rafforzare quei legami che, giorno dopo giorno, tengono vivo il nostro ambiente. È uno spazio di svago, di apprendimento e di cooperazione reciproca, dove le esperienze di vita e le tradizioni si intrecciano in un dialogo ricco di significato.

    Il successo di Ghil Zaav è il frutto di una rete di supporto solida e appassionata, con tanti enti che contribuiscono con il loro impegno a garantire il buon esito di questo progetto.

    Ghil Zaav si rivolge a una generazione che, purtroppo, non ha sempre avuto la possibilità di approfondire pienamente i valori ebraici, né di partecipare a momenti significativi come il Bar o il Bat Mitzvà. “Il filo conduttore dei nostri eventi è proprio questo: l’ebraismo e la tradizione ebraica”, afferma Loretta. “Le attività che organizziamo si ispirano alla festività più vicina, alla parashà della settimana e a tutti gli aspetti della nostra cultura.”

    Eppure, il progetto non è solo una celebrazione delle tradizioni religiose; si estende ben oltre, abbracciando temi concreti e quotidiani. Gli incontri prevedono attività con esperti su argomenti di interesse pratico, come la prevenzione delle truffe telefoniche con il supporto della polizia postale, o lezioni pratiche, come quella per imparare a tagliare i carciofi nel modo corretto. In questi momenti, si crea un’affascinante inversione di ruoli: gli anziani, di solito considerati custodi della saggezza, si trovano a imparare dai più giovani. Ogni mercoledì, il pranzo comunitario diventa un’occasione di condivisione, mentre nel pomeriggio i partecipanti possono scegliere tra diverse attività: chi si dedica al corso di teatro in giudaico romanesco, tenuto da Alberto Pavoncello, e chi preferisce semplicemente trascorrere il tempo conversando, magari con un mazzo di carte in mano.

    Ciò che rende Ghil Zaav un’esperienza unica è la sua capacità di abbracciare la diversità e l’inclusività, creando un ambiente dove ciascuna persona, indipendentemente dalla propria storia o esperienza, si sente accolta e valorizzata. Il progetto continua a crescere, auspicando l’arricchimento di nuovi partecipanti e attività, e desiderando l’ampliamento in nuovi spazi e orizzonti. “Non solo, quest’anno ci sarà la meravigliosa possibilità di partecipare a maggio al campeggio che faremo, per vivere insieme un’esperienza di svago e arricchimento”.

    “La grande sorpresa di questo esperimento, ormai diventato una realtà, è aver compreso la solitudine di molti di questi anziani. – ha detto Riccardo Pacifici – È una riflessione che vorrei condividere con tutti gli iscritti perché gli anziani hanno la necessità e il bisogno di farsi compagnia e questo gli riporta l’appetito e la voglia di fare. Il mio appello è quello di iscriversi d’urgenza a questa settimana ‘azzurra’. Abbiamo bisogno di raggiungere un minimo di partecipanti. Questa sarà la grande novità”.

    Un altro elemento distintivo di Ghil Zaav è il coinvolgimento dei volontari, che con dedizione e fervore hanno costruito una rete di fratellanza che li arricchisce ogni giorno. “L’amore ci ha travolti. Non pensavamo che potesse succedere, ma ci siamo accorti che è successo davvero. Questo gruppo ci ha conquistati, ci ha dato un’energia che non immaginavamo”, raccontano. L’esperienza di Ghil Zaav non è solo un’opportunità di crescita per gli anziani, ma anche per chi organizza: è un’occasione di scambio e arricchimento reciproco che trasforma ogni incontro in un momento di autentica condivisione, di umanità e di affetto genuino.

    “Misuriamo il riscontro del progetto non solo osservando l’entusiasmo dei partecipanti, che ci raccontano di tenere libera la giornata per dedicarsi a noi, ma anche da noi organizzatori, che con passione facciamo più di quanto ci sia richiesto. Non è un obbligo, è un vero piacere. Spesso ci troviamo a parlare con signori già prenotati, pur di trascorrere quei pochi minuti insieme, che per loro rappresentano una vera e propria svolta nella giornata”, racconta Valentina Fonzo.

    Ghil Zaav è, dunque, un progetto che ridà voce e significato alla terza età, restituendo agli anziani il loro ruolo di protagonisti nella comunità. È una testimonianza che la solidarietà, l’empatia e l’attenzione non hannoetà, e che la senilità può essere una fase della vita ricca di opportunità, di riscoperta e di profondi legami umani.

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