Suscita sdegno anche nella Comunità Ebraica di Roma il caso dell’Imam Brahim Baya che a Palazzo Nuovo, tra le sedi occupate nell’Università di Torino, venerdì scorso ha tenuto un momento di preghiera nell’androne della sede, occupata da 11 giorni dai collettivi Pro Palestina.
“È gravissimo e inaccettabile che l’antisemitismo si sia insediato nell’Università di Torino, e che possa esprimersi addirittura in un inno alla Jihad trasformando un ateneo prestigioso in una moschea militante” ha sottolineato il Presidente CER Victor Fadlun in una nota. “Siamo persino al di là delle manifestazioni anti-ebraiche, siamo all’occupazione delle istituzioni universitarie con fini di propaganda antisemita. A quando il ripristino della legalità e dei principi democratici?”.
Ad ascoltare l’imam vi erano una trentina di manifestanti e fedeli, molti di origine straniera. Il video è stato interamente pubblicato su internet con il titolo “Cosa ci insegna la Palestina’” e ha suscitato posizioni di condanna da parte di alcuni professori, i quali hanno anch’essi parlato di un «inno alla Jihad».
Il rettore dell’Università di Torino Stefano Geuna ha ribadito “fermamente il carattere di laicità dell’istituzione universitaria”, che si è trovata in questa situazione solo a causa dell’occupazione degli studenti, che impediscono da giorni l’accesso a docenti e personale universitario e sono pertanto gli unici responsabili di questa iniziativa.
Sul caso è intervenuta anche la ministra dell’Università Anna Maria Bernini che ha espresso “la piena condanna dell’accaduto” e ha rimarcato “il carattere di laicità dell’istituzione universitaria”.