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    Dalla famiglia Sermoneta nuovi defibrillatori in dono a due sinagoghe

    Nozze d’argento speciali per i coniugi Gaia e Massimiliano Sermoneta, che in occasione del loro venticinquesimo anniversario di matrimonio hanno deciso di donare due defibrillatori, uno alla sinagoga Bet-El e l’altro a quella Chabad dei Colli Portuensi.

    La cerimonia di consegna è avvenuta al Tempio maggiore di Roma, sotto la guida del maskil e medico gastroenterologo Cesare Efrati, rappresentante in Italia del Maghen David Adom, il servizio medico d’emergenza in Israele. 

    “La diffusione della notizia di questa donazione è importante perché può stimolare altri a fare altrettanto: si mette a disposizione uno strumento per salvare delle vite – ha sottolineato il dottor Efrati – Il popolo ebraico, che è numericamente ristretto, ci insegna che i pochi possono fare la differenza e portare messaggi importanti verso tutti. Vorrei ringraziare lo staff dell’Associazione Amici del Maghen David Adom (AMDA) di Milano per il supporto organizzativo, ed in particolare il presidente Sami Sisa e Silvia Voghera”. 

    Il dono dei Sermoneta è stato dedicato alla memoria di “Aldo Astrologo, dalla figlia Gaia: «Papà, anche grazie a te la nostra unione è nata e sarà per sempre»” e di “Eleonora Funaro bat Ada Amati, dal figlio Massimiliano: «madre esemplare, affettuosa, esempio di vita e dedizione, unica per la famiglia»”. Ai due coniugi è stata poi consegnata una targa al merito per il loro gesto. 

    La speranza è che i defibrillatori possano rimanere inutilizzati, ma sempre pronti nei difficili casi di necessità che potrebbero verificarsi all’improvviso. Da oggi, due sinagoghe saranno un luogo più sicuro e più vicino al prossimo ed alla sua salute.

    “Grazie a Cesare Efrati che ci ha aiutato in questa scelta, mettendo a disposizione la struttura e aiutandoci ad organizzare il tutto – ha detto Massimiliano Sermoneta – Grazie al Tempio Maggiore che ha accolto la nostra volontà, ed a tutti gli amici e parenti per la disponibilità dimostrata”.

    L’assistenza ai malati è un precetto fondamentale dell’ebraismo: si chiama “BikurCholim, ed è una delle più grandi mitzvòt che si possano compiere – ha spiegato Rav Alberto Funaro nel suo discorso – Un principio che origina da una delle prime parashot che leggiamo, quando Abramo era convalescente (dopo la circoncisione, ndr) ed il Signore va a fargli visita”.

    All’evento hanno presenziato le rappresentanze rabbiniche delle due sinagoghe a cui verranno destinati i defibrillatori. Tra queste, quella di Rav Shalom Chazan, del tempio Chabbad Colli Portuensi, il quale ha spiegato che la salvaguardia della vita umana è un elemento sovraordinato a qualsiasi altra cosa. Talmente tanto che il rispetto dei precetti, quali anche quello dello Shabbat, decadono obbligatoriamente nel caso in cui sia necessario salvareuna vita in pericolo.

    Questa donazione dimostra ulteriormente come nessuno si salvi da solo e di come le azioni dei singoli possano avere delle ripercussioni positive verso il prossimo. “Il Ba’al Shem Tov – conclude rav Chazan – disse che un’anima potrebbe nascere e vivere la sua vita solo per fare, una volta, un favore ad un’altra persona. Che sia materiale oppure spirituale. Un favore nella vita è la giustificazione di tutti gli anni vissuti”.

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