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    ROMA EBRAICA

    Chincaglierie, anticaglie e oggetti fuori moda. Alberto Calò, 1932

    Alberto Calò (Roma, 14 dicembre 1903- 24 settembre 1975), detto Cuccio, era figlio di Alberto e Fatina Piperno. Dall’Anagrafe dell’Archivio Storico della CER risulta coniugato con Elisabetta Vivanti dalla quale ebbe sette figli. Come molti membri delle classi meno abbienti della società ebraica coeva, abitava in  via della Reginella ed era proprietario di un negozio di anticaglie a Roma, in via Basento 73, nel quartiere Salario, in una nelle zone nuove della capitale. Le anticaglie erano vecchi oggetti , spesso passati di moda e nel suo negozio, nello spazio dedicato ai mobili, si potevano trovare la lampada art déco o un servizio in porcellana, soprammobili e mobiletti, orologi a muro e vecchie stampe.

    Insomma… nel negozio di Alberto Calò non mancava nulla! Un luogo piacevole nel quale erano stipati oggetti di diversa fattura e provenienza, fantasiosi e sorprendenti.

    Alberto, purtroppo, durante l’occupazione nazista della città, fu arrestato il 7 dicembre 1943 e deportato ad Auschwitz. Riuscì a salvarsi e a tornare  a Roma  il 1° agosto 1945.

     

     

    FONTI:

    Foto tratta dal testo Come eravamo. Per capire chi siamo, di Angelo Piperno, Roma, Sabbadini Grafiche sud, 1999

    Dati anagrafici: Archivio Storico della Comunità Ebraica Roma “Giancarlo Spizzichino”; CDEC: https://digital-library.cdec.it/cdec-web/persone/detail/person-1678/calo-alberto-3.html

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