Ci sono momenti fuori dai programmi dei grandi eventi, che aggiungono pagine significative alla storia di paesi, gruppi, comunità. Sabato, mentre si celebrava il giorno della memoria, molti giovani ebrei di Roma si sono riuniti per celebrare un momento (importante) di aggregazione, il mifkad, e riflettere sulla memoria e sul presente. Benè Akiva e Hashomer Hatzair questa volta insieme: due movimenti giovanili con visioni differenti, ognuno con i suoi “riti”, ma con il comune scopo di educare e crescere i ragazzi nell’identità ebraica. Bambini e adolescenti, con i madrichim e qualche bogher, hanno acceso sei candele in ricordo dei sei milioni di ebrei assassinati durante la Shoah e hanno spiegato, in una riflessione condivisa e con le voci dei rappresentanti dei singoli movimenti giovanili, l’importanza di ricordare, la lezione della memoria e la sua continuità con il presente.
“Ricordare è attivismo, non un semplice esercizio di memoria. – hanno detto i ragazzi durante il mifkad – Ricordare, “riportare al cuore” le storie di individui non è semplice passività, ha uno scopo ben preciso, per il futuro. È quell’insieme di linee che ci permette di delineare un ideale sentiero da perseguire, per evitare di cadere. Dobbiamo meditare che questo è stato, giorno dopo giorno, e mai fermarci, affinché ciò non riaccada e che la Shoah rimanga un unicum nella storia. Impegniamoci, non dimentichiamo, siamo sempre attivi e guardiamo sempre al nostro passato, perché più un arco viene teso indietro, più la sua freccia potrà andare lontano”.
“La sfida di combattere l’antisemitismo è oggi come ieri, un impegno collettivo che richiede consapevolezza, educazione e unità. Noi, Hashomer Hatzair e Bnei Akiva abbiamo la responsabilità nel fare memoria e di agire affinché la Storia non venga mai ignorata. Perciò, oggi come allora, impegniamoci a non essere indifferenti, e non fermiamoci a guardare passivamente la storia fare il suo corso”.
Presente la mifkad, per la Comunità Ebraica di Roma, l’assessore allo sport Alessandro Gai. “Portare avanti la memoria è dovere di tutti noi, di grandi e piccoli. – ha detto Gai – Farlo da grandi è forse doveroso e viene quasi naturale guardare indietro, comprendere il valore della memoria e sentire la necessità di portarla avanti. Da giovani, invece, ciò necessita di uno sforzo identitario che dimostra una grande forza d’animo. Siamo nipoti della memoria, e più passa il tempo e forse meno ci viene istintivo portare avanti il ricordo di quello che à stato. Farlo è però fondamentale e per questo sono fiero del Bené Akivà e della Hashomer Hatzair e vi auguro di continuare con queste iniziative, oggi e in tante altre occasioni. È vostro e nostro dovere farlo.”
Con il pensiero ad Israele, il mifkad si è concluso con il canto dell’Hatikvà.