Anche di profumi, colori e spezie si è parlato in occasione della Giornata Europea della Cultura Ebraica.
Stefania Efrati, Dina Hassan e Giovanni Terracina hanno tratteggiato i tratti salienti della cucina giudaico-romanesca e libica, ragionando sui punti di convergenza e divergenza tra le due. Sulla superficie della challà, il morbido pane del venerdì sera, non è raro trovare una spennellata di uovo, granella di pistacchi, mandorle, sesamo, cioccolato o uvette. Un pane a forma di treccia che accompagna piatti a base di carne lavorata, legumi e verdure ben cotte in Libia come a Roma. E se è vero che il carciofo è il re indiscusso della cucina romanesca, è altrettanto vero che in quella tripolina è il cous cous a regnare su ogni tavola bandita a dovere. Una pietanza a base di semola che richiede numerose ore di lavorazione che accompagna piatti elaborati a base di carne, olio d’oliva e verdure speziate dopo essere stato cotto a vapore. Molte le domande emerse da un pubblico affascinato, curioso e affamato che a fine giornata ha avuto la possibilità non solo di chiedere consiglio su ricette semplici da riproporre in casa ma anche di gustare falafel e humus preparati dal sommo catering Le Bon Ton.