Skip to main content

Ultimo numero Gennaio – Febbraio 2025

Scarica il Lunario 5785

Contatti

Lungotevere Raffaello Sanzio 14

00153 Roma

Tel. 0687450205

redazione@shalom.it

Le condizioni per l’utilizzo di testi, foto e illustrazioni coperti da copyright sono concordate con i detentori prima della pubblicazione. Qualora non fosse stato possibile, Shalom si dichiara disposta a riconoscerne il giusto compenso.
Abbonati







    ROMA EBRAICA

    Anche a Roma arriva l’eruv, una mitzvà per tutta la Comunità

    Melbourne, Vienna, Rio de Janeiro, Londra e Città del Messico: oltre ad essere accomunate da antiche e vivaci comunità ebraiche, queste città sono accomunate da un particolare che molto spesso passa inosservato: la presenza di un eruv. L’eruv è quella di recinzione fisica, una sorta di muro immaginario, costituita da pali e filo di ferro, che consente di estendere gli spazi della propria casa, altrimenti delimitati dalle mura. La costruzione dell’eruv è funzionale nel far decadere il divieto del trasportare durante il giorno di shabbat. Entro la fine del 2025 anche Roma avrà il suo primo eruv, nella zona di Piazza Bologna.
    L’idea di realizzare un eruv nella città di Roma risale a 8 anni fa. Manuel Zanzuri, seguendo una lezione di Torah tenuta da Rav Landau (Kollel) su questioni inerenti allo shabbat e nello specifico all’azione del trasportare, era giunto alla conclusione che un’opera del genere non potesse che essere un bene per la nostra comunità. Il passo successivo, negli anni, è stato quello di contattare e consultare Rav Moshe Katzanel Boghen, responsabile dell’eruv di Gerusalemme e specializzato nelle loro realizzazioni in altre parti del mondo, per poterlo applicare anche nella Capitale.
    Già nel 2006 era stato fatto un primo tentativo di realizzare l’eruv a Roma, ma senza successo. Lo scorso 23 gennaio la Comunità ebraica di Roma, nelle persone del segretario Emanuele Di Porto e dell’Assessore al Patrimonio Isaac Tesciuba, si è fatta carico del progetto di Manuel Zanzuri, il quale, insieme al cugino Edward Sasson, nei 7 anni precedenti si era impegnato a verificare la fattibilità dell’opera, avvalendosi anche della consulenza di professionisti come l’architetto Concetta Nanci, Rav Braha di Roma e Rav Gudis già dayan in Israele. La delegazione comunitaria, grazie anche alla mediazione di Elio Tesciuba, si è dunque recata in Campidoglio con l’obiettivo di ottenere le concessioni comunali. Tramite una delibera della giunta capitolina, sono state ottenute le approvazioni per poter presentate il progetto per la costruzione dell’eruv, che sarà realizzato nella zona del II Municipio, presieduto da Francesca Del Bello. La data di inaugurazione dell’opera dovrebbe coincidere con la festa di Chanukkah del prossimo anno, a dicembre 2025.
    Quello che verrà costruito sarà un eruv mehari, ossia un eruv capace di soddisfare le necessità sia ashkenazite che sefardite, che si differenziano per alcuni dettagli. La tradizione italiana degli eruvim rientra nell’alveo della tradizione sefardita.
    “La realizzazione dell’eruv mi fa stare molto bene – ha commentato Manuel Zanzuri a Shalom il felice epilogo della vicenda – Non vorrei passare come l’unico eroe, ma spero che tutta la Comunità si senta soddisfatta per aver partecipato al progetto di costruzione dell’eruv. Questo eruv non appartiene al sottoscritto, ma a tutta la collettività. Tutti hanno accesso a questa mitzvà e tutti hanno la possibilità di rendersi partecipi nella realizzazione”.

    CONDIVIDI SU: