È
una tra le tradizioni più recenti della comunità ebraica di Roma, ma di certo è
diventata quella a cui genitori e figli sono i più affezionati. I bambini della
scuola elementare ebraica “Vittorio Polacco” sono tornati, dopo lo stop imposto
dall’emergenza sanitaria, a ricevere in dono dalle mani del Rabbino Capo
Riccardo Di Segni il libro della Torà, assieme ai genitori e agli insegnanti.
«È sempre una bella cerimonia, è commovente, e con grande partecipazione. – ha
detto a Shalom il Rabbino Capo Di Segni – È un segno dell’affetto della
comunità nei confronti di questi bambini e di riconoscenza agli insegnanti e
alle famiglie. Ci sosteniamo tutti insieme in questo grande sforzo educativo
che è l’investimento per il nostro futuro».
«Quest’anno
abbiamo ricominciato questa tradizione, che abbiamo da un bel po’ di anni di
consegnare la Torà ai bambini e al Bet ha kneset. – ha detto a Shalom
Milena Pavoncello, direttrice della scuola elementare “Vittorio Polacco” e
della scuola media “Angelo Sacerdoti” – Un momento molto importante. Lo abbiamo
fatto seppur in maniera un pochino più ristretta alla presenza di due classi
alla volta e con un solo genitore. Però l’importante è ricominciare. Speriamo
che l’anno prossimo potremo farlo come al solito, con tutte e quattro le classi
insieme ad entrambi i genitori. È sempre emozionante, dopo tanti anni ancora mi
vengono le lacrime agli occhi».
«Non
c’è una cosa più bella nel vedere il volto dei bambini quando ricevono la Torà
e il Siddur. – ha detto il direttore delle materie ebraiche delle scuole Rav
Roberto Colombo – Io credo che questo porti una gioia immensa soprattutto a noi
adulti quando vediamo questi bambini, il loro sorriso, la loro emozione, e
porti una Berachà a questa comunità. Siamo tornati dopo anni che queste cose
non si potevano fare. Adesso abbiamo ricominciato e non finiremo più. Dobbiamo
continuare sempre a fare qualche cosa, in qualsiasi caso della vita, in modo
che nel volto di questi bambini ci sia un sorriso, perché il loro sorriso è il
nostro sorriso. Voglia K.B. che possiamo vedere sempre i nostri figli
sorridere».