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Ultimo numero Novembre – Dicembre 2024

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    Al Tempio Beth-El una serata alla riscoperta delle melodie libiche

    Serata
    divertente e profonda allo stesso tempo al Tempio Beth-El di Roma. Allegria e
    spiritualità trasparivano dalle note e dalle voci dell’orchestra Or Shalom,
    accolta calorosamente dalla Comunità Ebraica per la “serata di pyutim libici”.
    L’evento è stato promosso da Or Shalom, il centro culturale degli ebrei libici,
    con il patrocinio dei templi libici di Roma e della comunità Roma. Moderata da
    Hamos Guetta con intermezzi informativi, l’iniziativa è stata un grande
    successo.

    Sorrisi e
    applausi hanno accompagnato musiche tradizionali cantate con partecipazione
    dalla band, spesso con l’eco del pubblico. Particolarmente coinvolte e solenni
    le voci di Ytzhak Bendaud e di Ya’akov Harel Guetta. Musiche libiche che fanno
    sognare un mondo antico, intriso di tradizioni e spiritualità.

    Il
    presidente della Comunità ebraica di Roma Victor Fadlun ha espresso il suo
    entusiasmo per questa musica fulcro dell’identità ebraica tripolina: «Abbiamo
    ascoltato musiche liturgiche che toccano corde molto profonde. È quanto di
    bello siamo riusciti a portare via da un Paese che ci ha disconosciuti e
    cacciato via in modo tragico. La cosa più preziosa che abbiamo portato via è la
    nostra religiosità, le nostre tradizioni e le nostre musiche liturgiche che da
    Israele ci hanno oggi riportato come un dono prezioso» ha spiegato Fadlun a
    Shalom. Il presidente della comunità ha voluto anche ricordare l’antichità di
    alcuni canti come “Bar Yochai”, composto da Rav Shimon Lavi nel Cinquecento a
    Tripoli e ancora oggi cantato con la stessa antica melodia nei templi
    tripolini.

    Presente
    anche il rabbino capo di Roma Riccardo Di Segni, accolto da uno scroscio di
    applausi e da una calorosa nota musicale. È stato il solenne suono dello shofar
    a introdurre il discorso del rabbino capo, che ha elogiato l’iniziativa,
    sottolineando il valore delle tradizioni musicali, che rappresentano un
    elemento di «cultura e spiritualità ebraica che ci guida in questi giorni e
    sempre. Kol ha cavod per quello che state facendo. Manteniamo queste
    tradizioni!».

    Hamos
    Guetta ha spiegato a Shalom che «questa sera è successo qualcosa di
    emozionante. Alcune persone sono state toccate in maniera fortissima,
    indescrivibile. Penso che in molti abbiano fatto un viaggio indietro nel
    passato. Ognuno dei presenti ha ricordato suo padre, suo nonno, il vecchio
    tempio. Una volta si cantava molto bene e molto di più. Lo stimolo che ci dà
    questa band è quello di ricominciare a studiare le nostre musiche e creare una
    generazione di giovani che suoni anche gli strumenti che accompagnano i nostri
    brani religiosi che hanno una musicalità bellissima».

    Non solo
    allegria, ma anche partecipazione e commozione hanno caratterizzato la serata
    del Beth El. Dopo la riproduzione di una registrazione di un canto di Shalom
    Tesciuba z’’l, l’ampio pubblico si è alzato applaudendo con coinvolgimento ed
    emozione.

    In questa
    serata autunnale le melodie libiche della band israeliana hanno commosso e
    fatto ballare e cantare il pubblico romano. Chissà però se presto si avvererà
    l’auspicio di Hamos Guetta: “Questo gruppo è un invito a costruire un qualcosa
    di musicale simile. Tutti i templi dovrebbero impegnarsi a farlo perché tutti
    abbiamo una buona voce dentro”. Un auspicio per valorizzare e custodire le
    diverse tradizioni ebraiche.

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