Il Maccabi Roma, storica squadra del panorama calcistico ebraico italiano, ha chiuso un importantissimo accordo di affiliazione con l’A.S. Roma Calcio a 5 per la prossima stagione. Un passo enorme, che ha tra i suoi vantaggi quello di dare la possibilità ai giocatori col Maghen David sul petto di essere maggiormente visionabili: una volta al mese gli allenatori Maccabi manderanno un report con all’interno i migliori atleti per categoria, mentre quelli della società giallorossa presenzieranno sul campo.
Il 7 luglio scorso c’è stato il primo raduno Under 19 e Serie D. Pronti-via: subito viene adocchiato un giovane pivot/laterale classe 2002. La convocazione al prossimo allenamento giallorosso non si fa attendere, il ragazzo convince e così si arriva alla firma. Shai Moscato è un giocatore della Roma. Capitano della Selezione nazionale Maccabi Under 19, Shai può vantare nel proprio ‘’palmares’’ personale una medaglia d’argento e una di bronzo alle Maccabiadi, un campionato con il Maccabi Roma da capocannoniere e numerose convocazioni nella Rappresentativa regionale.
Shalom lo ha incontrato.
Ciao Shai, pronto per questo nuovo inizio? Emozionato?
“Assolutamente sì. Da capitano del Maccabi è una soddisfazione enorme, sono orgoglioso del percorso che ho fatto. Ora indosso la maglia che tutti sognano da bambini e fra pochi giorni inizierò la preparazione atletica per i campionati di Serie A2 e U19 Nazionale. L’emozione c’è, ma andrà tutto bene”.
Raccontaci come è andata.
“Al raduno del Maccabi c’era un responsabile della Roma, che dopo avermi visto giocare mi ha chiamato per fare uno stage il 21 luglio. Lì facciamo allenamento, partitella e va tutto bene. Alla fine decido di andare dal mister e dal responsabile per ringraziarli per l’opportunità, e invece loro mi chiedono di fermarmi a parlare dopo la doccia. Dicono di volermi per la prossima stagione. Ho preso qualche giorno per riflettere e alla fine sento di aver fatto la scelta migliore”.
Cosa pensi dell’accordo tra le due società? Hai dei consigli per i ragazzi che sognano di fare il tuo stesso percorso?
“Trovo che sia un passo molto importante per il calcio a 5 ebraico. Non sono nessuno e non posso permettermi di dare consigli: l’unica cosa che posso dire è di metterci sempre tanta voglia, di sacrificarsi e allenarsi tanto”.
Senti di dover ringraziare qualcuno per questo traguardo?
“Certo. In primis il mister Vito Vivanti, che mi è stato sempre vicino in ogni mia scelta. Per me, oltre ad essere un allenatore, è un secondo padre. Ringrazio il Maccabi per l’opportunità ed infine la mia famiglia e tutte le persone che mi hanno aiutato a prendere questa decisione”.