Il 18 febbraio a Casina dei Vallati è stato presentato il
libro di Marcello Kalowski, “La scuola dei giusti nascosti”: la storia di due
adolescenti, una figlia di un gerarca fascista e l’altra ebrea, negli anni
della promulgazione delle leggi razziali, legate dalla comune insofferenza
verso un mondo vuoto e minaccioso e dalla convinzione che la scuola rappresenti
l’ultima possibile difesa contro l’intolleranza e la prevaricazione.
Anche la scuola, però, tradirà, quando consentirà
l’espulsione di studenti e docenti ebrei.
Alla presentazione, moderata da Micaela Procaccia, insieme
all’autore sono intervenuti: il Presidente della Comunità ebraica di Roma Ruth
Dureghello per un saluto iniziale, la scrittrice Lia Levi e Amedeo Osti
Guerrazzi, storico e operatore di memorie.
È proprio Guerrazzi a sottolineare l’importanza di far
leggere il libro nelle scuole; per far comprendere ai ragazzi ciò che è stato.
Il genere del romanzo poi può colpire i sentimenti delle persone, cosa che lo
storico da solo non può fare, ecco perché questi libri sono importanti e fondamentali.
“Il mio non è un libro che intende trasmettere conoscenza,
anche se il romanziere non può non tener conto dei fatti storici. Degli
avvenimenti di quegli anni,1938-1943, io ho cercato di rispettare le tappe
fondamentali che coprono quel lasso di tempo”, ha detto l’autore. “Oltre alle
due ragazze, protagonisti del romanzo sono la scuola e il Ghetto, non come
luoghi fisici, ma come stati d’animo: la scuola è il luogo dei valori,
dell’insegnamento per cui loro nutrono un amore. Il ghetto é una sorta di
condizione umana in cui questa amicizia acquista una dimensione nuova”.