Skip to main content

Ultimo numero Novembre – Dicembre 2024

Scarica il Lunario 5785

Contatti

Lungotevere Raffaello Sanzio 14

00153 Roma

Tel. 0687450205

redazione@shalom.it

Le condizioni per l’utilizzo di testi, foto e illustrazioni coperti da copyright sono concordate con i detentori prima della pubblicazione. Qualora non fosse stato possibile, Shalom si dichiara disposta a riconoscerne il giusto compenso.
Abbonati







    ‘Sta guèra

    Solito appuntamento che infrange la barriera del tempo al Bar Totò. Mi sono messa un po’ elegante, ovvero niente sneakers e jeans, ma vestitino e stivali comunque bassi perché il sanpietrino è infido. Il Sor Crescenzo Del Monte invece è sempre elegante nel suo cappotto di cammello, il gessato doppiopetto e le scarpe duilio. Classe d’altri tempi, d’inizio Novecento, l’epoca da cui proviene. La conversazione verte oggi sul conflitto in Ucraina. “’Sta guèra è stata sì un’infamità, che ne grida vennetta da Llassù”, mi dice subito il Sor Crescenzo. “Come darvi torto – rispondo io – le guerre sono tutte infami. Cappuccino e cornetto?”. Il Sor Crescenzo mi risponde di sì, ormai sa che il cornetto è una brioche e non ha a che fare con le corna. “Ma Cadòsc Barachù (il padre eterno ndr) se ce la dà, c’è ‘i si’ raggioni e ‘un li sacc’ i’ e né tu (ha le sue ragioni che non sappiano né tu né io”. 

    “Eh, no Sor Crescenzo, er padre eterno nun c’entra gnente”, faccio di rimando. “Da che mondo e mondo, le guerre sono scatenate dagli uomini ai quali il padre eterno, forse sbagliando, ha dato il libero arbitrio. ‘Sto russo poi nemmeno ce crede ar padre eterno”.  Ma il Sor Crescenzo non ci sta. “Roscetta, nun è così. O li nostri peccati o sia chi sia, la brutta piega de ‘sta gioventù, inzomma, sarà quel che sarà e ‘un ce stamo a confònne per deppiù”. 

    Più ci penso e più non mi viene in mente niente che la gioventù ucraina abbia fatto per meritarsi una guerra nel pieno dell’Europa dopo ben due conflitti mondiali ma presumo che il Sor Crescenzo stia parlando della guerra dell’epoca sua, quella del ’15-’18. “Allora voi, ritenete giusto il conflitto contro l’Austria?”, chiedo. “Dovevamo libera’ Trento e Trieste, che avresti fatto tu? L’avresti lasciate sotto Cecco Peppe?”. Mi sento colpita in piena faccia. Cosa avrei fatto nel ’15-’18? Avrei partecipato al maggio radioso, alle manifestazioni interventiste? Domanda difficile. “Forse – mi spingo a dire – ‘na via d’uscita c’era pure. Bastava che er ministro degli esteri Sidney Sonnino facesse l’accordo con l’Austria e si faceva dare Trento e Trieste per non partecipare alla guerra. Tanti giovani non sarebbero stati mandati a morire sull’Isonzo, Cesare Battisti sarebbe diventato deputato del Regno, i generali non si sarebbero macchiati di crimini indegni”. 

    “Del senno di poi, sono piene le fosse roscetta. E poi che faresti se fossi aggredita come adesso?”. “L’Italia ripudia la guerra come strumento d’offesa, articolo 11 della Costituzione”. “Ah, ecco, d’offesa non di difesa. Ma già che Lui l’ha fatta scaturì’…” “Aridalle, Sor Crescenzo cor padre eterno”. Arriva il cameriere con il cappuccino che ci dà un attimo di tregua. Il Sor Crescenzo l’apprezza e dà pure un morso al cornetto. “Magari, Lui l’ha fatto senza cercalla. E nun bisogna mo mica, perdìa, falla scappà accusì!”. Sto per alzarmi piena di rabbia, quest’ incontro con il passato non sta andando per niente bene. Che vuol dire non farla scappare così? 

    “Roscetta, calma. Qui er monno va a scombussolo! Sicché, tramezzo a ‘sta buriana, fammece rescallà a mi pur’ un po’, fammici guadagnare un po’ pure a me”. Come guadagnare in una guerra? Approfittarsene degli altri? Siamo impazziti? Dei poveri ucraini sotto le bombe russe?

    “Roscetta, tu come al solito, tiri subito le conclusioni. Ma stamattina qui, al bar m’hanno dato il giornale e io, uomo del mio tempo, me lo sono letto tutto, riga per riga. E sono giunto a varie conclusioni. Primo, er presidente attaccato, Zelensky, è un bravo nghevrimme (ebreo ndr) che nun è fuggito ma combatte insieme al popolo. Si me l’avessero detto che in Ucraina fosse eletto uno dei noi nun c’avrei mai creduto! Secondo, er russo me sembra che venga dalli tempi mia quando li sovietici, dopo la rivoluzione, facevano le purghe… Terzo, nun c’è mai vantaggio nella guèra, ma la lezione è chiara: Italia svejete! Ho letto che c’è un paese tutto d’nghevrimmi, se chiama Israele, che è all’avanguardia pe’ l’energia. Nun se po’ dipende da ‘na terra straniera pe’ riscallasse. Esiste er sole, er mare, er vento… e m’hanno detto che c’è ‘na cosa incredibile, se chiama rinnovabile. Hai visto un po’ che da sta guèra de ‘n bove ce sarà un corno pur’ a noi, qualcosa ci rimane anche a noi!”

     

    Liberamente tratto da ‘Sta guèra, sonetto di Crescenzo Del Monte, pubblicato dalla Giuntina

    CONDIVIDI SU: