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    “Ebreo” – Emanuele Fiano nel suo ultimo libro tra ebraismo e militanza politica

    «Ho scelto questo titolo perché sono orgoglioso di essere ebreo e mi dà un po’ noia che a volte vada accompagnato dal termine laico per essere accettato nella società. L’origine della parola ebreo, o meglio quella a cui sono affezionato, viene da “avar”, passare, colui che era passato dal fiume, “l’altro”, caratteristica che c’è sempre stata». Così spiega l’On. Emanuele Fiano il processo che ha portato alla scelta del nome del libro “EBREO.”, edito da PIEMME, e che è stato presentato ieri sera al Centro Ebraico Italiano “Il Pitigliani” insieme al Centro di Cultura Ebraica della Comunità Ebraica di Roma.


    Ad aprire l’evento la Presidente della Comunità Ebraica di Roma Ruth Dureghello e il Presidente de Il Pitigliani Bruno Sed, che hanno introdotto gli ospiti. Presenti, inoltre, l’Assessore alla Cultura Giordana Moscati e la Coordinatrice Nazionale per la lotta all’antisemitismo Milena Santerini.


    A moderare la serata Rav Benedetto Carucci Viterbi, che insieme al Rabbino Capo Riccardo Di Segni e il Direttore de La Repubblica Maurizio Molinari, hanno analizzato e commentato il libro con l’autore.


    «Durante il discorso di insediamento come Presidente della Comunità di Milano, Fiano venne attaccato per aver tralasciato la Torah come elemento fondante della comunità e della sua identità. Nel libro – ha sostenuto Rav Carucci – Fiano analizza i principi elencati allora alla luce di passi della Torah». Secondo il rav è interessante vedere come la Torah sia per l’autore uno strumento per orientarsi nella realtà.


    Analizzando il libro, Molinari, invece, ha voluto analizzare il rapporto di Emanuele Fiano con la vita pubblica. Secondo il Direttore, infatti, questa passa per l’Illuminismo. «La responsabilità verso il prossimo è la connessione tra Ebraismo e illuminismo». Soffermandosi sull’orientamento politico del Deputato dem, Molinari ha spiegato come il Partito Democratico americano sia preferito dalle comunità ebraiche americane perché «più vicino ai valori ebraici e alla responsabilità verso il prossimo». «Fiano ha una vocazione verso il prossimo» ha affermato il giornalista.


    «È drammaticamente attuale il libro – ha sottolineato il Direttore – ed è rivoluzionario il contributo che ha portato a questo capitolo, che è quello della presenza degli ebrei nella vita politica in Italia».


    E proprio sul ruolo dell’ebraismo italiano nel nostro Parlamento, si è voluto soffermare il Rabbino Capo Riccardo Di Segni. «Ognuno dei parlamentari ebrei, noti e meno noti, ha avuto un suo rapporto particolare con l’ebraismo, che sia di totale cancellazione o ricordo più o meno nostalgico», ha affermato. «In questo contesto la storia di Emanuele Fiano è veramente notevole, interessante e del tutto particolare» ha aggiunto. Nelle scelte di Fiano, sostiene Rav Di Segni, c’è un afflato religioso innegabile ed è interessante per chi studierà queste cose tra 50 o forse 10 anni fare un confronto con l’afflato religioso che ha guidato i politici cattolici. Cos’era per loro la religione nella guida della politica.


    «Cosa significa essere orgogliosamente ebreo e amante dello Stato d’Israele nella vita pubblica ebraica?». Questa è la domanda, ha affermato l’On. Fiano, a cui cerca di rispondere nel suo libro.  «Ieri sera ero con Rav Arbib che in parte criticava la parte sulla laicità, sostenendo che i laici spesso preferiscono dire che l’importante è la domanda e non la risposta. Diceva che nell’ebraismo c’è un continuo alternarsi di domande e risposte. – ha raccontato Fiano – Io penso che un ebreo non possa fare a meno dell’afflato e del ragionamento continuo della Torah».


    «Tra poco leggeremo la Haggadà di Pesach, dove c’è Dayenu. Tra le cose che ci sarebbero bastate, ci sarebbe bastato che ci avesse liberato dall’Egitto e non dato la Torah. L’unica cosa a cui non siamo disposti a rinunciare è la libertà. La scelta della libertà la ritrovo nella mia militanza politica» ha detto Fiano.


    «Nel testo che ho cercato di scrivere, mi sono fatto delle domande. – ha spiegato l’autore – Dio la prima volta che parla con un essere umano gli chiede di non mangiare il frutto della conoscenza. Gli chiede “Dove sei?”. Perché esistono domande del Signore alle quali lui sa già la risposta. Noi abbiamo la conoscenza, ma dove siamo noi? Abbiamo scelto dove essere rispetto ai limiti posti o no?». 


    «Io voglio vivere in modo cosciente, non indifferente» ha affermato Emanuele Fiano.


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