La data del 14 luglio 1555 rappresenta un momento particolarmente significativo nella bimillenaria storia degli ebrei di Roma. Il Papa Paolo IV, Gian Pietro Carafa, emana la bolla “Cum nimis absurdum”, «Poiché è oltremodo assurdo» in lingua latina, in cui si sottolineava come fosse inopportuno e disdicevole (“assurdo” appunto) che vi fosse una coesistenza tra ebrei e cristiani. Con questo provvedimento venivano istituite una serie di restrizioni alle libertà degli ebrei di Roma e dello Stato Pontificio, riguardanti soprattutto i numerosi mestieri che non potevano svolgere, i contatti assai limitati che potevano avere con i cristiani e soprattutto la reclusione nel ghetto. Strade anguste, spazi stretti, precarie condizioni igienico-sanitarie caratterizzeranno così la vita degli ebrei romani da questo momento fino all’apertura del ghetto nel 1870.