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    Vienna: 20enne Isis autore strage, retate in Austria

    Quattro morti ai quali si aggiunge l’attentatore ucciso dalla polizia, 17 feriti di cui sette in pericolo di vita e 14 arresti nella caccia a complici e fiancheggiatori: la situazione e’ ancora molto tesa a Vienna, duramente colpita nel suo cuore pulsante lunedi’ sera, quando sono stati colpiti gli avventori seduto ai tavolini di sei locali del centro, affollati alla vigilia del “lockdown” anti Covid, in vigore da oggi. L’attentatore, un 20enne simpatizzante dell’Isisradicalizzato originario della Nord Macedonia, e’ stato ucciso pochi minuti dopo l’attacco dalle forze speciali della polizia austriaca nei pressi della chiesa di San Ruperto (Ruprechtskirche) nel centro della capitale. Era gia’ stato arrestato, condannato e liberato con la condizionale dopo il tentativo di arruolarsi come foreign fighter in Siria. Secondo quanto riferito dal ministro dell’Interno Karl Nehammer, si chiama Fejzulai Kujtim, era nato a Vienna e aveva la doppia cittadinanza austriaca e nordmacedone. Il 25 aprile del 2019 era stato condannato a 22 mesi di reclusione dopo essere stato arrestato in un aeroporto in Turchia, ma il 5 dicembre scorso era stato liberato con la condizionale. Fejzulai Kujtim, come riferito dal ministro Nehammer, “per eseguire questo orribile attacco a cittadini innocenti, era equipaggiato con una finta cintura esplosiva, un fucile automatico, una pistola e un machete”. Le indagini hanno gia’ portato a 18 perquisizioni domiciliari e a 14 fermi tra la capitale e il sud dell’Austria, in localita’ come St. Poelten e Linz. Per gli inquirenti, pero’, non vi sono prove che all’attacco abbia partecipato un secondo attentatore. Prima dell’attacco, pare che il giovane avesse pubblicato una foto sul suo account Instagram che lo mostrava con due armi, ma non e’ ancora chiaro se avesse giurato o meno fedelta’ allo Stato islamico. 

    Kujtim ha sparato a chi sedeva ai tavolini dei bar in sei diversi punti del centro storico, una circostanza che ha riportato alla mente quel terribile 13 novembre 2015 quando a Parigi furono colpite le persone sedute nelle “terrasses” dei caffe’ del Decimo Arrondissement, oltre agli obiettivi del Bataclan e dello Stade de France. La prima sparatoria di Vienna, attorno alle 20, e’ avvenuta nella via in cui si trova la principale sinagoga della capitale, chiusa in quel momento e teatro nel 1981 di un attentato con due vittime, vicina a una zona di locali molto frequentata. Gli attentatori hanno sparato a chi sedeva ai tavolini sulle terrazze dei locali del centro della citta’, in 6 diversi luoghi del centro storico di Vienna; alle 20,09 il ventenne Fejzulai Kujim e’ stato colpito a morte dagli agenti che erano nel frattempo intervenuti. I luoghi colpiti si trovano tutti molto vicini fra loro, a distanza pedonale e all’interno del Primo distretto. Mentre l’attacco era ancora in corso, i testimoni hanno postato sui social circa 20 mila video; immediatamente e’ stato chiesto di non diffonderne piu’ e di limitarsi a inviarli alle forze dell’ordine, lasciando lavorare su questi documenti gli investigatori: una squadra speciale di agenti li sta analizzando da ieri sera. Le vittime due uomini e due donne. In due sono deceduti dopo il ricovero; l’ultimo e’ un giovane di 21 anni. Migliora invece il poliziotto ferito. Il governo austriaco, dopo un consiglio dei ministri straordinario, ha proclamato tre giorni di lutto nazionale. “E’ stato un attacco d’odio. Odio per i nostri valori fondamentali, odio per il nostro modello di vita, odio per la nostra democrazia”, ha dichiarato il cancelliere austriaco, Sebastian Kurz, in un discorso alla nazione. “Non ci lasceremo intimidire” e “difenderemo i nostri valori fondamentali, il nostro modello di vita”, ha aggiunto. Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in un messaggio al collega austriaco, Alexander Van der Bellen, ha espresso “il piu’ sincero cordoglio” per le vittime e “la netta ripulsa per questo proditorio attacco ai comuni valori di liberta’ e pacifica convivenza”. Il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, ha invitato a un piano europeo per contrastare il terrorismo, “un Patriot Act sul modello americano, ad esempio, perche’ oggi siamo tutti figli dello stesso popolo europeo e la sicurezza di uno Stato equivale alla sicurezza di tutti gli altri”. Papa Francesco ha espresso “dolore e sgomento” per l’attacco terroristico e ha assicurato di pregare per le vittime e i loro familiari. “Basta con la violenza! Costruiamo insieme pace e fraternita’. Solo l’amore spegne l’odio”, ha twittato il Pontefice. (AGI)

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